Moneyfarm - Inflazione UK: le buone notizie vanno ridimensionate

- di: Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm
 
Il Regno Unito non avrà forse vinto la guerra all’inflazione, ma una battaglia sicuramente sì: a maggio l’Indice dei Prezzi al Consumo in UK è calato al 2% su base annua, raggiungendo così il livello identificato come target dalla maggior parte delle Banche Centrali dei Paesi Sviluppati e battendo sul tempo Stati Uniti (3%) ed Eurozona (2,5%).

I progressi sul fronte inflazione non hanno però condizionato la Bank of England che, all’indomani della pubblicazione dell’IPC di maggio, ha optato per mantenere i tassi di interesse invariati al 5,25%, con una maggioranza di sette membri votanti contro due. L’approccio cauto dei policymaker britannici può essere facilmente spiegato alla luce della crescita sostenuta dei salari, che resta ben al di sopra del livello target. Occorre ricordare, però, che nonostante l’aumento dei salari in termini reali, lavoratori e famiglie sono ancora alle prese con le conseguenze del forte calo del potere d’acquisto registrato negli ultimi due anni a causa dell’inflazione record.  

Ad ogni modo, il mercato del lavoro britannico appare davvero in ottima salute: il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato nel corso degli ultimi due mesi, ma si trova ancora ben al di sotto della media di lungo periodo; viceversa, il numero di posti vacanti, quindi la domanda di lavoratori, sta calando abbastanza rapidamente rispetto ai picchi del 2023, ma è ancora superiore alla media degli ultimi vent’anni. A completare il quadro anche il dato sulle vendite al dettaglio di maggio, che ha battuto le attese (piuttosto contenute) degli economisti, lasciando sperare in un sensibile miglioramento della congiuntura economica, anche se, laddove si esclude il fattore meteorologico dall’equazione, lo scenario appare molto più incerto. 

In conclusione, le buone notizie sul fronte dell’inflazione UK non possono essere negate, ma vanno ridimensionate alla luce della dinamica salariale, ancora superiore rispetto al target di riferimento della BoE. I dati offrono ai policymaker un certo margine di manovra per un taglio dei tassi nei prossimi mesi (forse già in agosto, come anticipato da alcuni), ma riteniamo che l’allentamento della stretta sarà piuttosto prudente e contenuto rispetto al passato. 

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