Maigret e la giovane morta. Un noir nella Parigi del secondo dopoguerra

- di: Teodosio Orlando
 
Nel 1954 lo scrittore franco-belga Georges Simenon pubblica l’ennesimo romanzo dedicato al commissario Maigret: Maigret et la jeune morte. Una giovane donna dall’età imprecisata (tra i venti e i trent’anni) viene rinvenuta cadavere in place Vintimille, a Parigi. Nessun segno possibile per identificarla, sicché pure il suo nome rimane sconosciuto. Sarà compito di Maigret quello di scoprire come la giovane sia andata incontro a un destino avverso, ricostruendone anche la personalità e la biografia. Si tratterà però di un’indagine più insolita e faticosa delle altre, che permetterà al commissario anche di esplorare le profondità del suo animo. Compito alquanto faticoso; come ebbe infatti a dire il filosofo Friedrich Nietzsche, «chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te» (Al di là del bene e del male). Così l’investigatore scruterà nell’abisso della nequizia e della meschinità degli uomini, ma senza diventare a sua volta un uomo meschino o iniquo. Il suo combattimento contro i mostri, reali o interiori che siano, non comporta che si trasformi in un mostro. Empaticamente, si immedesima negli altri, quasi accollandosene il dolore e la sofferenza.

Circostanza singolare: il romanzo aveva già subito un adattamento per la televisione nel 1973, a opera del regista Claude Boissol, con Jean Richard nel ruolo di Maigret, ma non era mai stato trasformato in un film per le sale cinematografiche. Compito, quest’ultimo, che si è impegnato a realizzare di recente il regista Patrice Leconte, il quale ha potuto avvalersi di uno straordinario Gérard Depardieu nel ruolo del celebre commissario, realizzando Maigret e la giovane morta con una ricostruzione degli ambienti basata sulla massima precisione filologica e su una straordinaria fedeltà allo spirito del tempo, anche a costo di sconfinare, in certi casi, in una leziosa oleografia.

Inizialmente il film segue fedelmente il romanzo: nella Parigi degli anni Cinquanta, in seguito a una chiamata anonima da una stazione di polizia, viene ritrovato il corpo di una giovane donna in Place Vintimille (luogo a metà tra reale e immaginario: infatti, a Parigi esiste una Rue de Vintimille,  nel Nono arrondissement, a due passi da Pigalle, ma la Place Vintimille già negli anni Quaranta aveva cambiato denominazione in Place Adolphe-Max, in onore di un uomo politico belga ben noto a Simenon). La vittima è vestita con un abito elegante, ma due elementi mancano: una delle scarpe e documenti che permettano agli investigatori di identificarla.

Il commissario Maigret e i suoi uomini del leggendario Dipartimento di Investigazione Criminale, situato al numero 36 di quai des Orfèvres, avviano le indagini, cercando di scoprire l'identità della giovane donna, e così arrivare alla soluzione di quello che sembra un episodio di criminalità comune.
Leconte sceglie consapevolmente di non introdurre nel film una figura invece ben presente nel romanzo: quella dell’ispettore Lognon, il cui modus operandi si contrappone nettamente a quello del commissario Maigret: il primo è il prototipo del poliziotto ostinato e metodico che non molla più la pista che ha deciso di seguire fin dall’inizio, agendo in quasi perfetta solitudine. Mentre Maigret riceve gran parte delle informazioni nel suo ufficio grazie a una rete di collaboratori interni ed esterni. Probabilmente l’assenza del “comprimario” di Maigret si spiega con il fatto che è lo stesso commissario che ne assorbe alcuni tratti.

Commissario interpretato da un magnifico Gérard Depardieu, decisamente oversize ma perfettamente immedesimato nella parte. L’inizio del film ricorda anche certe scene tipiche della narrativa di Arthur Conan Doyle: infatti, un po' come accade nel rapporto tra il dottor John H. Watson e Sherlock Holmes, anche Maigret conversa amabilmente con un amico medico legale, il dottor Paul, il quale gli proibisce di fumare le famose pipe e gli intima di riposare, temendo per la sua salute. Ma il commissario (ça va sans dire, a dispetto di trenta ore continue in cui interroga tre sospetti di un altro delitto che non avevano intenzione di confessare) trascura del tutto la raccomandazione del medico e anzi si tuffa nel nuovo caso, che lo tocca negli intimi precordi, dato che l’apparente omicidio ridesta in lui il ricordo di una scomparsa dolorosa, afferente al suo vissuto personale. L'indagine si presenta come altamente problematica e tale da sfidare ogni metodo e prassi investigativa: mancano  indizi probanti di rilievo e l’unica informazione disponibile riguarda il fatto che il giorno prima la giovane donna aveva noleggiato il suo abito in un atelier di sartoria situato nello stesso arrondissement.

“Maigret” da Simenon a Leconte, con Gérard Depardieu

Il commissario subito comprende che i tasselli del mosaico da ricostruire non combaciano tutti: certo, perché l'abito da sera un po’ consunto e la scarpa argentata con tacco a spillo potrebbero indurre a ritenere che la giovane donna fosse un’entraîneuse esperta, ma, dall’altra parte, i capelli neri e morbidi, insieme con un viso dai lineamenti pressoché infantili, fanno piuttosto pensare a un’adolescente. Grazie alle sue capacità intuitive, alla sua tenacia e al suo spirito di osservazione, nonché alla determinazione nel voler ricostruire la breve biografia della vittima, il commissario riuscirà alla fine a svelare le ragioni di quello che appare un omicidio particolarmente sordido. Il colpo di scena si verifica quando, durante le indagini, il commissario incontra un’altra donna, Betty (Jade Labeste), esperta del demi-monde parigino, che somiglia alla vittima in modo impressionante, e risveglia in lui la memoria di un’altra donna poi scomparsa nel nulla, ma con la quale egli aveva intrattenuto una più profonda e intima relazione.

Ci sembrano ora opportune alcune osservazioni sulla regia e sugli attori. Tutti ricordano come perfetto attore per Maigret il grande Jean Gabin, che interpretò il ruolo del commissario in tre occasioni: la prima volta nell’omonimo film del 1958, la seconda in Maigret e il caso Saint-Fiacre (1959) e infine in Maigret e i gangsters (1963). Nelle sue interpretazioni, spesso indimenticabili per la sapiente combinazione di virtuosismo recitativo e flemmatica razionalità, l’attore traspose perfettamente sullo schermo il personaggio dei gialli di Simenon, che, come scrisse il poeta Jacques Prévert, «è sempre lo stesso / è sempre uguale, sempre Gabin / sempre qualcuno («Toujours le même jamais pareil / Toujours Jean Gabin / Toujours quelqu’un»).

Originariamente a ereditare il ruolo di Gabin avrebbe dovuto essere Daniel Auteuil, ma l'interprete di film come Un cuore in inverno e Sostiene Pereira ha deciso di rinunciare. Sicché nel 2019 arrivò l’annuncio: sarebbe stato Gérard Depardieu a interpretare il famoso commissario. Questa è la sua prima collaborazione con il regista Patrice Leconte, dopo diversi progetti incompiuti: «Ci eravamo già sfiorati un po', ma quando le cose vanno fatte, si fanno», ha dichiarato il grande attore francese. E il regista, quasi replicando, ha aggiunto: «non lo sapevo, ma Gérard Depardieu ama Simenon, sarà fantastico». A nostro parere, Depardieu sarebbe perfetto anche nella parte di un altro celebre detective, Nero Wolfe (reso celebre da noi da Tino Buazzelli), ma l'atmosfera della Parigi degli anni '50, ricreata sapientemente dal regista con l’aggiunta di alcuni tratti da film noir e qualche allusione nascosta ad atmosfere simili a quelle di David Lynch, lo vede immedesimarsi nella parte con una naturalezza e una spontaneità che tradiscono comunque il grande mestiere. Straordinarie anche le interpreti femminili, Jade Labeste e Mélanie Bernier, che pur distinte sanno suggerire mirabilmente l'idea del Doppelgänger (o, meglio, della Doppelgängerin). Vorremmo infine sottolineare che questo fu l'ultimo film in cui recitò André Wilms, che morì il 9 febbraio 2022, due settimane prima dell'ultimazione della pellicola.

Titolo completo:

Maigret e la giovane morta (titolo originale: Maigret)

Regista: Patrice Leconte

Sceneggiatura: Patrice Leconte - Jérôme Tonnerre

Basato su:  Maigret et la jeune morte di Georges Simenon

Prodotto da:  Philippe Carcassonne - Jean-Louis Livi

Music: Bruno Coulais

Distribuzione per l'Italia: Adler Entertainment

Paesi: Francia, Belgio

Lingua: francese

Cast:

Gérard Depardieu  Jules Maigret

Jade Labeste  Betty

Mélanie Bernier  Jeanine Arménieu

Aurore Clément  Mme Clermont-Valois

Clara Antoons  Louise Louvière

Pierre Moure  Laurent Clermont-Valois

Bertrand Poncet  Lapointe

Élizabeth Bourgine  Irène

Anne Loiret  Mme Maigret

Hervé Pierre  Doctor Paul

André Wilms  Kaplan

 

Uscita al cinema: 16 settembre 2022

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