Lavoro: Landini, Paese non può più aspettare riforma ammortizzatori

 
“Un confronto ancora interlocutorio che non ha portato i significativi passi in avanti che ci saremmo aspettati”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e le parti sociali, sulla riforma degli ammortizzatori.

“Il documento presentato dal ministro, di cui quasi tutti al tavolo hanno apprezzato l’evoluzione, – sottolinea il leader della Cgil – rappresenta un punto di equilibrio fra posizioni molto diverse e per la Cgil è un documento che è la base su cui innestare ulteriori correttivi e miglioramenti”.

“Per la Cgil – prosegue Landini – non si può arretrare dall’obiettivo minimo della riforma, quello di includere tutti i lavoratori dipendenti e di garantire loro prestazioni a carattere universale e soprattutto fare un intervento che ampli le protezioni a tutti i lavoratori, anche i lavoratori autonomi, che ne sono stati esclusi, rafforzando le misure per tutti, in primis cassa ordinaria e straordinaria e contratti di solidarietà, decisivi per proteggere il lavoro nella trasformazione. Gli ammortizzatori devono essere la strada da scegliere prima di aprire procedure di riduzione del personale. Questo il punto del disegno di riforma su cui non sono accettabili i tentennamenti che abbiamo ascoltato”.

“Una riforma – aggiunge il segretario della Cgil – che come proposta dovrà avere carattere assicurativo, superando le logiche delle misure emergenziali e che deve trovare anche da parte delle imprese, dopo un fase transitoria, graduali e adeguati finanziamenti per sostenere un impianto che deve rispondere a un tema di giustizia sociale e a cui tutti devono contribuire. Non possono e non devono essere i lavoratori a pagare il prezzo delle crisi e delle trasformazioni. In questo senso abbiamo apprezzato anche gli interventi su Naspi e Discoll chiedendo di rafforzare anche le misure in tal senso”.

“Attendiamo poi – prosegue Landini – la convocazione promessa per i primi di settembre per entrare nel merito della discussione complessiva sulle politiche attive e sulla valorizzazione della formazione che non deve solo rispondere ai bisogni dell’oggi individuati dalle imprese, ma deve diventare un diritto soggettivo dei lavoratori e strumento di contrasto alle disuguaglianze”

“Una discussione finora parziale – aggiunge il segretario della Cgil – che dovrà recuperare anche il tema del fondo nuove competenze, il compimento del rafforzamento dei centri per l’impiego, la misura Gol e i temi più generali che favoriscano orientamento , accrescimento competenze, incrocio domanda e offerta di lavoro. Le considerazioni che oggi abbiamo proposto al ministro partono quindi dall’assunto che, pur dovendo costruire una riforma sostenibile per la finanza pubblica, la riforma degli ammortizzatori può essere migliorata ulteriormente anche attraverso un intervento sul mercato del lavoro di contrasto alla precarietà e con scelte di politica industriale che scommettano sulla creazione di lavoro di qualità”.

“Quella degli ammortizzatori sociali – conclude Landini – e’ una riforma che il Paese non può più aspettare. Il nostro obiettivo è che a settembre si chiuda con la definizione di un impianto che risponda al bisogno di equità e di giustizia che servono”.

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