La Bce taglia i tassi di 25 punti base: quali conseguenze su mutui e prestiti?

- di: Mutuionline.it
 
Non che non sia arriva inaspettata, ma la decisione della Bce di tagliare i tassi ufficiali è stata accolta con grande sollievo. Perché finalmente inizia l’allentamento monetario (l’ultima volta che era stato ribassato il tasso risaliva al 2016), ben oltre le previsioni elaborate sul finire del 2023, con benefici sia per chi ha un mutuo a tasso variabile in corso, sia per chi è intenzionato a comprare casa e a sottoscrivere un mutuo, a prescindere dalla tipologia di tasso.

La decisione adottata dalla Bce

La Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso sui rifinanziamenti principali dal 4,50 al 4,25% (quello più utilizzato), quello sui depositi dal 4% al 3,75% e il tasso sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%.

La decisione è stata accompagnata da una nota del Consiglio direttivo dell’Eurotower, che sottolinea come, malgrado i progressi ultimi trimestri, esistano “ancora forti pressioni interne sui prezzi”.

Il comunicato prosegue specificando anche le ragioni della quantità dell’intervento, vale a dire un quarto di punto percentuale: “Sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo nove mesi di tassi di interesse invariati”.

L’impatto della dinamica inflattiva

Insomma, un primo passo, ma accompagnato da grande prudenza per l’evidente timore che lo scenario inflattivo possa cambiare nuovamente. Del resto, già il dato di maggio ha destato qualche preoccupazione, con i prezzi al consumo che nell’Eurozona sono cresciuti nell’ordine del 2,6%, due decimali in più rispetto ad aprile, allontanando così l’area dall’obiettivo statutario della Bce, che è “in prossimità del 2%”. E anche l'inflazione core, che non tiene conto dei costi energetici e alimentari, ha accelerato al 2,9%, dal 2,7% di aprile.

A questo proposito, l’istituto guidato da Christine Lagarde ricorda che da settembre scorso “l'inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di sono migliorate notevolmente”. Anche l'inflazione di fondo è scesa, precisa il comunicato, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. “La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento, frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate e ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell'inflazione”, si legge ancora.

Né vi sono indicazioni sulle mosse future, dato che il Consiglio direttivo si limita a far sapere che  “continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati e da riunione a riunione per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione” di politica monetaria. In particolare, è stato ribadito che le sue decisioni sui tassi di interesse si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria.

Le conseguenze dell’allentamento monetario per i consumatori

A breve dovrebbe esservi un calo ulteriore dei tassi di mercato. Sui contratti esistenti, sono attesi benefici importanti per i mutuatari a tasso variabile, colpiti dai rialzi del 2022-2023. È probabile che vi sarà una spinta ulteriore alle surroghe, che secondo l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it sono arrivate al 32,7% del totale tra aprile e maggio, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al primo trimestre dell’anno.

Mentre, quanto ai nuovi mutui, le condizioni saranno migliori per tutti, a prescindere dal tasso. E lo stesso varrà per chi accenderà un contratto di finanziamento.

“Con il processo disinflazionistico saldamente in corso, la Bce dovrebbe sentirsi abbastanza sicura di allentare la propria strategia, probabilmente a un ritmo di un taglio al trimestre”, commenta Dean Turner, chief Eurozone and Uk economist di Ubs Global Wealth Management. Inoltre, dovremmo aspettarci che questo ciclo di riduzione dei tassi continui fino al 2025”.

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