In Ddl Montagna sia valorizzato ruolo economico e sociale delle imprese artigiane
Le imprese artigiane hanno un ruolo decisivo nell’economia della montagna e chiedono alle istituzioni maggiore attenzione verso uno sviluppo polisettoriale di questi territori. Lo sottolinea Confartigianato nelle osservazioni e proposte inviate alla Commissione Affari Costituzionali del Senato che sta esaminando il Disegno di Legge per la valorizzazione e la promozione delle zone montane.
Confartigianato esprime apprezzamento per il DDL Montagna, perché finalmente riconosce le peculiarità dei territori montani. Un’impresa di montagna, che si trova in un territorio meno collegato, meno cablato e con minori servizi, non ha la stessa possibilità di stare sul mercato di un’impresa che si trova in un grande o medio centro.
Tuttavia, la Confederazione è convinta che la legge quadro – nata per definire i principi che identificano tutti gli attori della montagna, pubblici e privati, come soggetti che creano il valore della montagna – si focalizzi ancora una volta solo sulle attività agricole.
A livello europeo è ormai consuetudine parlare di ecosistemi di innovazione, così per la montagna serve pensare in ottica ecosistemica dove tutti gli attori possono e devono essere aiutati a fare la loro parte.
Secondo Confartigianato le imprese artigiane non sono soltanto parte del sistema produttivo della montagna italiana, ma anche attività economiche essenziali per il mantenimento della popolazione in questi territori e costituiscono un fattore decisivo di coesione e di sviluppo. Operano in una logica di economia circolare, si integrano nei piccoli centri rendendoli vivi senza snaturarli.
Le piccole imprese, prevalentemente quelle artigiane, costituiscono, assieme alle imprese agricole, l’ossatura del sistema economico delle aree montane. Per questo devono poter ususfruire delle agevolazioni di cui gode il mondo agricolo.
Se si vuole davvero combattere lo spopolamento, riportando attività economiche nei piccoli centri di montagna, occorre riconoscere il ruolo anche sociale svolto dalle imprese artigiane.
Confartigianato esprime apprezzamento per le misure fiscali a favore delle imprese montane esercitate da giovani introdotte dal disegno di legge, ma ritiene che questa sola misura sia del tutto insufficiente per uno sviluppo montano equilibrato. Infatti, il sistema di incentivazione andrebbe esteso a tutte le imprese di montagna, creando servizi di supporto diretti (incubatori) e indiretti (credito di imposta e vantaggi contributivi nell’assunzione di risorse).
L’Ufficio Studi di Confartigianato ha rilevato che le aree montane ospitano 552mila unità locali di imprese, 1,8 milioni di addetti e 171mila imprese artigiane, che rappresentano il 13,5% dell’artigianato nazionale. La montagna è particolarmente vocata all’artigianato, con una quota del 24,4% delle imprese a fronte del 20,8% del resto d’Italia.
Dal 2021 al 2023, nonostante l’elevata incertezza conseguente alla guerra in Ucraina, la crisi energetica, la stretta monetaria e la crisi del commercio internazionale, l’occupazione nelle aree montane è cresciuta del 4,1%, accompagnando la ripresa post-pandemica. Nel settore manifatturiero si osserva un maggiore dinamismo nelle province montane (+4,0% vs +3,6% non montane), con una accentuazione della manifattura di montagna nel Nord Est (+8,7%) e nel Mezzogiorno (+5,4%).