I social scatenati alla ricerca di colpe e responsabili, ma spesso si tratta di falsi

- di: Diego Minuti
 
L'attentato al Crocus City Hall è, insieme alle stragi di Parigi, come quella al teatro Bataclan, del 13 novembre del 2015, il primo grande evento terroristico che la macchina onnivora dei social ha ingurgitato ed elaborato. inondando la messaggistica di video e fotografie che spesso sono inaffidabili, quando non vengono smentiti. 

Su Telegram, una app di messaggistica, già a distanza di poche ore dall'attentato, è stato pubblicato un video che mostra un uomo, immobilizzato da agenti, che risponde a delle domande, ammettendo di avere fatto parte del commando omicida e di essere stato pagato con un milione di rubli (poco meno di diecimila euro). Come altri, che ormai vorticosamente vengono pubblicati in rete, questo video non ha una conferma ufficiale, anche se vengono spacciati come ufficiali. Addirittura, su Internet sono stati pubblicate le fotografie di alcuni passaporti indicati come quelli degli assalitori, facendo intuire che i documenti sono stati sequestrati dagli investigatori. In un caso (fotografie di passaporti emessi dalla Repubblica di Tagikistan) è dovuto intervenire il ministro degli Interni di Dushambe per dire che le due persone ritratte non potevano in alcun modo essere ritenute coinvolte nell'attentato. 
Il motivo? Si tratta di persone che si trovano nel Paese e che, come hanno avuto modo di verificare le autorità di polizia, avevano alibi assolutamente inattaccabili. 

Questa irrefrenabile voglia di dare versioni, anche se non controllate, sono forse anche conseguenza del fatto che la Russia, nonostante il gigantesco e oppressivo apparato di sicurezza, è stata spesso teatro di episodi come quello di ieri sera. 

Nel 2004 un gruppo di separatisti ceceni attaccò una scuola elementare di Beslan, prendendo in ostaggio più di mille persone, nella maggioranza bambini. Nell'attacco morirono più di 330 persone, tra cui 186 bambini.

Nel 2002 40 militanti ceceni attaccarono un teatro di Mosca, il Dubrovka, durante uno spettacolo musicale, sequestrando più di 900 persone. Alla fine, dopo che i servizi di sicurezza russi neutralizzarono gli attentatori pompando gas soporifero nella sala, 130 ostaggi morirono.
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