Fluidità da Papi
- di: Barbara Leone
Due cose l’uomo non vorrebbe mai sapere: di essere inguaribilmente malato e pubblicamente cornuto. Evidentemente questa pungente massima di Roberto Gervaso è oramai fuori moda, visto che i cosiddetti vipsss quasi si vantano dei propri tradimenti. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, è stato Enrico Papi, che in una recente intervista rilasciata al settimanale “Chi” parla a ruota libera del suo rapporto di coppia con la moglie Raffaella, mamma dei suoi figli Iacopo e Rebecca. Un’intervista senza filtri, in cui si definisce “fluido” e afferma con convinzione di non credere alla monogamia ed alla fedeltà. Che, a suo dire, “non esiste”. Non solo: “chi dice il contrario mente”, sentenzia apodittico. Come se non bastasse, il conduttore punta il dito contro chi candidamente crede ancora che quel ridicolo, insignificante, minuscolo dettaglio che va sotto il nome di fedeltà rappresenti ancora un valore. Come siamo antichi! Anzi, siamo da ricovero. Ipse dixit: “Quando sento alcune coppie che dicono di conservare la stessa passione dei primi tempi, penso che siano da ricovero immediato - afferma convinto il Papi -. Dopo un po' nei matrimoni si diventa come dei parenti: l'incesto anche no, grazie”.
Enrico Papi si definisce “fluido”
Anche no, grazie lo diciamo noi però. No grazie a questi tortuosi bizantinismi, che ci vogliono far passare il tradimento per normalità come se fosse una fumata di pipa. Mentre chi persevera la strada della fedeltà è antico. Anzi peggio: da ricovero immediato. E sia chiaro: nessun ipocrita moralismo. Perché, chi più chi meno, le corna le abbiamo portate tutti. Ma ci vuole stile anche in quello: sia nel portarle, che nel metterle. Di sicuro non è carino, né tantomeno rispettoso nei confronti del partner, spiattellarlo così ai quattro venti. Che nella fattispecie sono ben più di quattro. Ovvio che ognuno nella propria vita privata fa ciò che più gli aggrada, sempre a patto ovviamente che si tratti di maggiorenni consenzienti. Ma l’intimità andrebbe sempre e comunque preservata. Tutto il resto è cafoneria, esibizionismo allo stato puro utile solo a chi ne parla… per far parlare di sé. Ecco perché quella di Papi sembra una boutade figlia di uno spasmodico bisogno di mettersi in mostra. Forse perché, artisticamente parlando, non lo vede nessuno. E non ha un fico secco da dire. La verità è che il povero Papi è rimasto un animatore di villaggi turistici. Bravo, bravissimo animatore e tanto di cappello a chi fa questo rispettabilissimo mestiere. E però fare il mattatore in tv alla Fiorello è ben altra cosa. Non lo fai: lo sei. E non è il caso di Papi. Così come non è nemmeno lontanamente paragonabile ai conduttori di una volta, come poteva essere Corrado. O, per restare ai giorni nostri, ad uno come Gerry Scotti che senza tracotanza alcuna e senza mai strafare porta a casa spettatori e pagnotta con mestiere e semplicità. Personaggi, quelli citati (ma ne potrei citare altri dieci), che non hanno alcun bisogno di spiattellare strombazzamenti vari su cosa piace a letto e con chi. Ma quando manca il talento tocca buttarla in caciara. E poi finiamola con queste ridicole e arzigogolate divagazioni linguistiche. Parla come magni, Papi. Coppia fluida, relazione aperta, amore liquido… Corna: si chiamano corna!