Fim Cisl: Auto, quello che ora non serve è un clima d’incertezza

 
“Il rinvio deciso dall’UE  per il voto definitivo, per lo stop ai  motori endotermici per il 2035 potrà essere un’opportunità, solo se il tempo servirà ad assumere migliori decisioni sulle tecnologie sulle quali investire  e sulle politiche di accompagnamento e sostegno al settore.

Quello che assolutamente non serve ora, è alimentare un clima di ulteriore incertezza che rischia di frenare le scelte negli investimenti e sulle tecnologie, mettendo ancor di più a rischio l’occupazione.

In questo senso, lo stallo nelle scelte rischia  solo di essere un ulteriore elemento di confusione in un settore che ormai ha già investito decine di miliardi di euro verso la transizione ecologica e motori elettrici.

La politica non deve fare a braccio di ferro, ma servono subito risposte chiare, che diano la direzione al settore e permettano di confermare e realizzare gli investimenti e l’occupazione necessari.  

La Fim Cisl da molti anni chiede una politica industriale europea e decisioni di sostenibilità ambientale ma che siano socialmente possibili. Invece fino ad oggi, abbiamo avuto un’Unione Europea capace di definire obiettivi ambiziosi ma incapace di mettere in campo politiche di sostegno adeguate, per questo ribadiamo  la necessità  di avere un Fondo Sociale europeo per la transizione del settore dell’automotive che permetta di reindustrializzare il settore e soprattutto tutelare i lavoratori.

Questo tempo ora va usato per centrare gli obiettivi carbon free, non affidandosi esclusivamente ad un’unica tecnologia in maniera ideologica, ma verificando anche la possibilità di tecnologie che possano, alla stregua dell’elettrico, centrare gli obiettivi di  neutralità carbonica che il sindacato da tempo individua come vero obiettivo di una vera transizione sostenibile.

C’è bisogno quindi di fare chiarezza e di scelte politiche affidabili non basate sulle opportunità politiche rispetto le prossime elezioni.

L’Italia, il Governo,  devono agire destinando risorse per preservare la filiera del settore per accompagnarla verso il futuro e soprattutto,  né Italia né l’Europa  possono pensare di fare una buona politica industriale sul settore dell’automotive senza coinvolgere le parti sociali.

Nel mese di marzo come Fim, Fiom, Uilm insieme a Federmeccanica avanzeranno ulteriori proposte sul settore,  sarà un’ulteriore occasione perché il governo italiano risponda, ma non con comunicati stampa,  ma con un coinvolgimento pieno preventivo di tutte le parti sociali interessate.
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