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Cop26: Cia, a Glasgow passi importanti. Focus latente su leve finanziarie

 
Positivo l'accordo sullo stop alla deforestazione. Agricoltura resta sentinella del cambiamento

Alla XXVI Conferenza globale sul clima di Glasgow sono state tradite molte speranze, ma anche compiuti passi importanti. Non è stato tutto un fallimento, ma occorreva fare di più anche sul fronte dei finanziamenti. Se ne è parlato nella giornata dedicata all’agricoltura, ma quanto emerso non è soddisfacente. Così Cia-Agricoltori Italiani sugli esiti della Cop26 che ha portato a casa l’accordo sullo stop alla deforestazione, ma ha perso l’uscita definitiva dal carbone.  Il “Glasgow Climate Pact” -sottolinea oggi Cia- non manca di incertezze, eppure contiene anche risultati forti, se si pensa alle differenze tra i 197 Paesi e alla complessità dell’accordo i cui lavori continueranno fino al prossimo incontro, a fine 2022 in Egitto. Di positivo, c’è l’attuazione dell’articolo 6 denominato “Rule Book”, cassetta degli attrezzi per realizzare i progressi dell’accordo sul clima e, rispetto al target, l’obiettivo confermato di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°. Anche questo è un traguardo, perché determina la rimodulazione degli impegni degli Stati, come già avviene in Europa con il pacchetto “fit for 55%”. Vuol dire -precisa Cia- aumentare le proprie ambizioni verso la ricerca di soluzioni per diminuire le emissioni climalteranti. Con gli impegni di Parigi 2015 l’obiettivo, per gli scienziati, non era raggiungibile. Si andava a sbattere verso i 3 gradi di aumento. Inoltre, è stato rinnovato l’interesse per la natura e l'accento sulla conservazione delle foreste con l’impegno, entro il 2030, allo stop della deforestazione. In Europa abbiamo già avuto indicazioni importanti sul ruolo complessivo del verde e dei boschi per gli assorbimenti della Co2 dell’atmosfera, ma non si tratta, anche in questo caso, di un concetto valido per tutti gli Stati. Sconfitte pesanti -precisa Cia- la mancata uscita definitiva dal carbone, l’assenza di impegni per dismettere i combustibili fossili e del fondo da 100 miliardi per i Paesi in grande difficoltà con l’intensificazione dei cambiamenti climatici. Non soddisfacente quanto emerso sul finanziamento delle misure, tema affrontato alla giornata con Cia tra i partecipanti. La presenza di istituti finanziari e gli impegni presi dalla finanza globale non sono sufficienti. Per Cia che ribadisce la centralità degli agricoltori in prima linea per la tutela e la manutenzione del verde, servono leve finanziarie immediate e ingenti, di cui gli Stati e l’economia globale avrebbero bisogno per puntare con decisione a un cambiamento immediato e che guardi alle future generazioni. Intanto, bene ha fatto l’Italia con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel consentire ai giovani di partecipare alle prossime Cop.
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