Cfi: ridurre tempi di attesa e cause infondate per un fisco più giusto

 
Nel sistema tributario italiano "serve un approccio più accurato nelle verifiche fiscali, una riduzione delle cause infondate, la non compensazione delle spese legali per i contribuenti vittoriosi e più in generale una riduzione dei tempi di attesa". Carlo Carmine, presidente nazionale dell'Osservatorio Nazionale 'Imprese e Fisco' e fondatore di Cfi (Crisi Fiscale d'impresa), parte da queste considerazioni nel commentare la relazione 2023 sullo stato del contenzioso tributario, auspicando "un intervento strutturale" che renda il sistema fiscale "più giusto ed efficiente", riducendo il contenzioso e i costi per i contribuenti.

Negli ultimi anni, sottolinea Carlo Carmine, il sistema tributario italiano "ha mostrato diverse inefficienze che hanno pesato sui contribuenti". Inefficienze che, però, possono essere migliorate a vantaggio dei cittadini. Per esempio, circa il 29% delle cause si conclude in maniera completamente favorevole al contribuente. "Questo dato - osserva il fondatore di Cfi - evidenzia che quasi un terzo degli accertamenti fiscali viene annullato, suggerendo una possibile inefficienza nell'attività di verifica e accertamento dell'Agenzia delle Entrate. Ridurre gli accertamenti non fondati potrebbe diminuire significativamente il contenzioso".

Nel 58,8% dei casi in cui il contribuente vince, "le spese di lite sono compensate anziché essere a carico dell'ufficio tributario. Questo - aggiunge - rappresenta un'ulteriore ingiustizia per il contribuente vittorioso che, pur avendo ragione, non viene risarcito delle spese legali sostenute".

Il 60% del contenzioso riguarda pratiche di valore fino a 5.000 euro e circa il 18% quelle tra 5.000 e 20.000 euro e questo vuol dire "che molte risorse giudiziarie sono impiegate per controversie di basso valore economico. Se si evitassero gli accertamenti che poi risultano infondati - prosegue Carlo Carmine - si potrebbe ridurre notevolmente il carico di lavoro delle Corti di giustizia tributaria".

I tempi medi di definizione delle sospensive sono di circa 113 giorni, un "lungo periodo di attesa" che può creare "notevoli difficoltà per i contribuenti", che rimangono in uno stato di incertezza finanziaria per un tempo prolungato. 

Il calo dei ricorsi e del contenzioso, infine, deriva da un lato dalla 'Rottamazione Quater' e dall'altro, spiega Carlo Carmine, dall'impossibilità di impugnare l'estratto di ruolo in maniera preventiva e con una norma retroattiva.

"Questa limitazione rappresenta una grossa restrizione ai diritti di difesa dei contribuenti, riducendo ulteriormente la capacità di contestare gli accertamenti fiscali in modo tempestivo e prevenendo una giusta difesa. Ricordiamo - conclude - che anche la Corte Costituzionale, se pur non entrando nel merito sulla non impugnabilità dell'estratto di ruolo, ha espresso tra le righe alcune perplessità".
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