Cessione del quinto: Confael presenta esposto a Garante Privacy e Procura

 
Truffe ai pensionati sfruttando il meccanismo della cessione del quinto. È il traffico che ha spinto la Confael a chiedere l’intervento del Garante della Privacy: secondo il Sindacato potrebbero essere stati carpiti illecitamente i dati personali di centinaia di migliaia, se non addirittura milioni, di ignari pensionati. Che oltretutto adesso finire vittima di truffe. La Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori ha quindi presentato due esposti all’Authority – e con il sostegno dell’ANAAF, l’Associazione Nazionale Agenti in Attività Finanziaria – e alla Procura della Repubblica - che hanno aperto delle istruttorie.
La Confederazione ha ricevuto delle segnalazioni da parte di alcuni pensionati che avevano subito dei raggiri, o avevano notato che l’importo della pensione si era ridotto senza un motivo apparente. Gli addebiti sull’assegno venivano effettuati grazie alla cessione del quinto, nella maggior parte dei casi ai pensionati erano stati offerti dei contratti di finanziamento a condizioni estremamente vantaggiose, nella realtà però le clausole erano ben diverse. In alcuni casi però, i poveri malcapitati non avevano sottoscritto nessun contratto, e la cessione del quinto era stata attivata a loro totale insaputa.
La Confael ha quindi attivato il proprio Comparto Credito che ha effettuato delle verifiche con una serie di operatori fidati del settore creditizio. È così risalito a alcuni soggetti che stanno cercando di vendere – pratica del tutto illecita, se l’interessato non ha prestato adeguato consenso al trattamento - i dati dei pensionati ai mediatori. Il fenomeno, da quanto emerge al momento, sembra avere dimensioni vastissime, potenzialmente i malintenzionati potrebbero aver già ceduto i dati di oltre un milione di pensionati.

“Siamo entrati in possesso di un campione di questi dati – spiega Mauro Savi, Segretario Nazionale del Comparto Credito della Confael. - I tabulati purtroppo sono molto dettagliati, e questo elemento induce a credere che il fenomeno sia quantomai inquietante, perché i dati potrebbero essere stati sottratti in qualche modo alla Pubblica Amministrazione. Siamo certi che il Garante della Privacy e la Procura della Repubblica riusciranno a individuare i soggetti che stanno utilizzando questi dati in maniera illecita, e quindi anche a coloro che li hanno sottratti”.

“Il ruolo di un Sindacato è di essere accanto ai cittadini e purtroppo impone anche di vigilare su simili vicende – aggiunge Domenico Marrella, Segretario Generale della Confael. - Bisogna sottolineare però che il processo di digitalizzazione, che finora ha snellito notevolmente l’attività della Pubblica Amministrazione, in questo caso ha semplificato la vita ai truffatori. Per visualizzare i cedolini della pensione ormai è necessario utilizzare lo SPID, il che richiede delle competenze digitali che la maggior parte dei pensionati non ha. Di conseguenza – conclude Marrella, - in molti casi i pensionati si sono accorti della truffa solo a distanza di mesi”.
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