Caro streaming, quanto mi costi? Aumenti stellari per tutte le piattaforme, da Netflix a Dazn
- di: Barbara Bizzarri
Comunque vada si deve soffrire: non bastavano i rincari su cibo, carburante, viaggi, affitti (in pratica, su tutto). Adesso ci si mettono pure le piattaforme streaming a rendere questa valle ancora più lacrimosa, sottraendo al malcapitato utente ciò che gli aveva reso la vita facile e che, ammettiamolo, lo aveva sospinto all'inizio sui dolci lidi della condivisione degli abbonamenti.
Purtroppo, la dura legge degli aumenti selvaggi pare abbia contagiato anche le piattaforme, di cui ormai non possiamo fare a meno, e lo sanno, ah se lo sanno. Infatti, ne approfittano contando sulla nostra dipendenza, ora che i cinema sono deserti (exploit di 'Barbie' a parte) e nonostante guardare film e serie in streaming diventi sempre più costoso.
La scelta dei colossi dello streaming è dovuta, in parte, al tentativo di recuperare le perdite dopo i risultati record registrati durante la pandemia: infatti, molti hanno visto calare il numero di abbonati e crollare i propri titoli in Borsa, quindi hanno deciso di aumentare i costi per compensare le perdite subite oppure, come nel caso di Netflix, di aumentare i clienti proibendo quella condivisione delle password che ne aveva, all’inizio, favorito la popolarità. Negli Stati Uniti i rialzi sono già scattati: YouTube Premium costa 13,99 dollari al mese, 2 dollari in più rispetto a prima. Secondo le stime del Financial Times, lo stock dei principali servizi di streaming negli Stati Uniti arriverà a costare 87 dollari nell’autunno 2023 contro i 73 dollari di un anno fa, dopo che Disney, Paramount, Warner Bros. Discovery e altri hanno aumentato i prezzi dei loro servizi, mentre il pacchetto medio della tv via cavo costa 83 dollari al mese.
L’Italia e il resto d’Europa, come prevedibile, seguono a ruota, e dunque si assiste a un rincaro generalizzato delle tariffe. Il primo ad aumentare l’abbonamento è stato Netflix, che all’inizio del 2022 ha portato il piano mensile standard da 11,99 a 12,99 euro e quello premium da 15,99 a 17,99 euro, cui è seguita, subito, Amazon: dal 15 settembre 2022, il prezzo dell’abbonamento Prime mensile è passato da 3,99 euro a 4,99 euro al mese, e il prezzo dell’abbonamento Prime annuale è aumentato da 36,00 euro a 49,90 euro all’anno.
AppleTv+ ha deciso di alzare il costo del suo servizio di streaming da 4,99 a 6,99 euro e, dal prossimo novembre, anche Disney+ si adeguerà al trend: l’abbonamento standard che adesso costa 8,99 euro al mese e 89,90 all’anno, diventerà premium per 11,99 euro al mese, con un aumento in media del 33% sulla spesa degli italiani per i servizi di streaming rispetto all’anno scorso. Dazn ha deciso di aggiungere 11 euro al prezzo dell’abbonamento standard in Italia, che passa da 29,99 euro a 40,99 euro, e di 15 euro il piano plus, che passa da 39,99 euro a 55,99 euro. Anche Spotify a luglio ha aumentato i prezzi da 9,99 a 10,99 euro, e Youtube a gennaio potrebbe ritoccare il costo del proprio servizio in rialzo da 11,99 a 12,99 euro. Inoltre, dopo aver aumentato i costi, Netflix ha deciso di bloccare anche la condivisione degli account, un sistema che consentiva di risparmiare sull’abbonamento dividendo il costo tra tre o quattro persone, tanto che da maggio 2023, anche in Italia, chi non vive sotto lo stesso tetto deve pagare un costo aggiuntivo di 4,99 al mese per poter condividere un account e, da novembre, anche per Disney + arriverà la stretta sulla condivisione delle password.