CNA: Osservatorio pizza, neanche i lockdown hanno frenato la corsa

 
La ristorazione è uno dei settori che hanno risentito di più delle chiusure legate al Covid-19. Nel 2020 la spesa per consumi alimentari fuori casa si è ridotta di ben il 48 per cento. Ma la ristorazione da asporto ha tenuto. Sono alcuni dei numeri dell’Osservatorio Pizza – Terzo rapporto congiunturale di CNA Agroalimentare, elaborati a partire dai dati di Infocamere e diffusi durante la conferenza stampa di presentazione alla Camera della decima edizione di Pizza Village Napoli 2022, la manifestazione che si terrà nella città partenopea 17 al 26 giugno al lungomare Caracciolo.

Una panoramica sul settore
Rispetto al 2019, si legge nel documento, le attività che producono e vendono pizza in Italia sono diminuite del 4,3%. Un calo che ha riguardato soprattutto gastronomie-pizzerie e rosticcerie-pizzerie. Ad aumentare del 37,5% sono state invece le pizzerie asporto, segno che gli italiani non hanno rinunciato alla pizza, si sono semplicemente adattati alle esigenze di lockdown e coprifuoco. I nostri dati sono aggiornati al 31 dicembre 2021 e “mostrano i riflessi legati alla pandemia – afferma Gabriele Rotini, responsabile nazionale CNA Agroalimentare -. L’anno prossimo potremo vedere anche quelli della guerra in Ucraina”.

Gli effetti dei lockdown
Nel 2019 le attività della ristorazione iscritte al registro imprese erano 336mila, quelle legate alla pizza 113mila, il 25%. La quota percentuale è scesa di un punto su un totale di 341mila imprese. Ad aumentare sono state, appunto, le pizzerie da asporto, una delle eredità del Covid-19, oltre alla consegna a domicilio, legata al perdurare dello Smart Working. Ma non sono le sole. Le chiusure emergenziali hanno avuto come conseguenza l’esplosione del consumo etico vs quello a basso costo, ma di minore qualità e dubbia tracciabilità. E ancora: l’attenzione alla sicurezza alimentare e alla salute (soprattutto durante il lockdown, con l’aumento di produzioni casalinghe); l’aumento di strumenti digitali in grado di consentire l’esercizio dell’attività e il servizio ai clienti anche da remoto.

Mismatch

Da sottolineare l’aspetto occupazionale: nell’Osservatorio emerge infatti con chiarezza la difficoltà degli operatori a reperire manodopera. Il numero di lavoratori nel settore è rimasto invariato nel 2021 rispetto al 2019. Prima per l’emergenza sanitaria, che non ha consentito assunzione di nuova manodopera e poi per la difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata. 
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