Arte: sono tornati i vandali. Basta buonismo, serve il pugno di ferro
- di: Diego Minuti
C'è un fantasma che si aggira per le strade dl mondo. Anche se più che un fantasma dovremmo parlare di un virus, quello della imbecillità, che però, a differenza di quelli ''normali'', quali il Covid, non può essere fermato solo inoculando un vaccino. E' lo stesso virus che ha contagiati un gruppo di tedeschi che, a Firenze in vacanza, hanno pensato bene di celebrare la loro fede calcistica insozzando, con bombolette di vernice spray, sette colonne del Corridoio Vasariano, una delle bellezze - una delle moltissime - della città toscana -, soltanto per inneggiare alla loro squadra. Un gesto idiota oltre ogni limite e che, dopo i primi momenti di smarrimento dei fiorentini vedendo l'ennesimo sfregio alla loro città (qualcuno ricorda quel che fecero degli ambientalisti alla facciata di Palazzo Vecchio?), ora ha dei responsabili identificati dai vigili urbani e dai carabinieri, dopo avere visionato i filmati ripresi dalle telecamere di sicurezza. Si tratta, a volerla dire tutta, di preclari esponenti della purtroppo sempre più ampia cerchia di coloro che cercano momenti effimeri di notorietà aggredendo i monumenti (ma non quelli del loro Paese, come diremo tra poco), calpestando storia e cultura, ma degli altri.
Due di questi rozzi e ignoranti sono stati individuati in un appartamento preso in fitto per una vacanza e portati in caserma, dove oggi sarà formalizzata una denuncia. Ieri, quando lo sfregio è stato scoperto, al Corridoio Vasariano è arrivato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schimdt, al quale non avrà certamente fatto piacere scoprire dopo che gli autori dell'atto vandalico sono suoi concittadini. Che questo concentrato di imbecillità avessero un collegamento con la Germania si era capito quasi subito, perché sulle colonne danneggiate era stato scritto ''Dks 1860''. Come hanno accertato gli inquirenti, la sigla ''Dks'' viene spesso collegata ad un ashtag, ''DrunkArts'', usata dagli ultras delle squadra bavarese per ''firmare'' i loro graffiti. Ora, dopo il vandalismo e l'identificazione dei responsabili, fioccano le reazioni, tra le quali quella del ministro Gennaro Sangiuliano, che sollecita un nuova legge che faccia pagare ai responsabili i danni che hanno provocato. Ma siamo sicuri che questo basti, che non sia necessario arrivare ad un inasprimento delle oggi previste?
Turisti tedeschi imbrattano il Corridoio Vasariano
Perfettamente d'accordo sull'inasprimento delle sanzioni, a patto che l'entità delle pena tenga conto non solo dei danni reali (quelli che ha subito il bene pubblico e che impongono costi per il loro restauro), ma anche di quelli morali. Perché, lo diciamo solo per fare un esempio, pensate che se un paio di italiani stupidi - sì, ce ne sono anche da noi - andassero a imbrattare la porta di Brandeburgo se la caverebbero con una semplice multa e magari qualche scappellotto? Premettendo di non conoscere le pene previste dalle leggi tedesche, non lo crediamo proprio. Tra cretini che sporcano un capolavoro dell'arte e dell'architettura e altri deficienti che incidono cuoricini, iniziali e frasi d'amore sui muri del Colosseo o della torre di Pisa, l'Italia - Paese turistico, se ce ne è uno - è terreno fertile per gesti che non sono solo esecrabili, ma da condannare in un'aula di giustizia, dove fare arrivare i responsabili per metterli fisicamente davanti alle loro responsabilità.
Perché ora è forse arrivato il momento di pensare a questi episodi non come a semplici danneggiamenti, ma a qualcosa di diverso perché la gravità del gesto va oltre l'imbrattare o incidere, trattandosi di un attentato ad un bene artistico e quindi alla Storia di un Paese. E lo stesso deve accadere ovunque, perché non è il nostro un ragionamento valido solo per l'Italia, che pure vanta il patrimonio artistico più vasto al mondo. Il direttore Schmidt, in proposito, quando forse ancora non sapeva che i vandali erano tedeschi, ha ricordato che ''per casi di questo genere negli Stati Uniti è previsto il carcere fino a cinque anni. Basta con le punizioni simboliche e con attenuanti fantasiose, qui ci vuole il pugno duro della legge. E se la legge non basta se ne approvi di nuove''. Un'ultima considerazione ce la si consenta e la rivolgiamo a Karl Lauterbach, che, lo ricordiamo, è il ministro tedesco della Salute. Che c'entra, si chiederà qualcuno? Direttamente nulla, ma è lo stesso che, parlando di caldo ed accoglienza, ha predetto la futura fine del turismo in Italia. Gentile ministro Lauterbach, se i turisti (tedeschi) sono come quelli che, senza altro fine che il divertimento, hanno danneggiato il Corridoio Varasiano, che se li tenga pure a casa sua.