Ambiente: Pichetto, sviluppo sostenibile unica opzione

 
“Con i nuovi articoli 9 e 41, la Costituzione pone oggi l’accento sull’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi: temi che non possono essere più ignorati né sottovalutati. Non dobbiamo vivere la sfida del cambiamento ambientale come qualcosa da cui difenderci, ma cavalcarlo per vincere, facendo come Paese i prodotti e le performance migliori”. Lo ha detto, nel corso di una lectio magistralis alla Summer School sulla sostenibilità dell’Università di Genova, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

Oggi, ha spiegato il Ministro, “lo sviluppo sostenibile non è più un’opzione tra tante, ma è l’unica possibile”, tuttavia “il nuovo modello di sviluppo non è precostituito, non è uguale per tutti i paesi, né univoco”.  Esiste dunque, per il titolare dell’Ambiente, “la possibilità e la responsabilità di scegliere come percorrere la strada della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. “Non si tratta – ha aggiunto – di scelte facili né politicamente indifferenti. Con l’ideologizzazione in ambiente creiamo più danni che benefici”.

“La decarbonizzazione del sistema produttivo e degli usi civili – ha proseguito Pichetto - è la via obbligata per cercare di arginare un’evoluzione del clima che rischia di rendere la terra inospitale per le generazioni future, oltre a creare lutti e danni incalcolabili”. Il Ministro ha affrontato con gli studenti i vari temi al centro dell’attività del dicastero di cui è responsabile. Tra questi, gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050 con gli indirizzi del PNIEC, le nuove rotte del gas per rendere l’Italia “ponte” tra Europa e continente africano, lo sviluppo delle rinnovabili e la ricerca in ambito nucleare, il confronto serrato in Europa sulla direttiva Case Green e il regolamento automotive.

Sempre sul fronte energetico, il Ministro ha annunciato la prossima presentazione di un provvedimento per “investimenti molto forti sull’eolico off-shore, per raggiungere gli obiettivi al 2030”, ricordando inoltre che il Ministero resta in attesa di un riscontro della Commissione europea sul decreto per le Comunità Energetiche Rinnovabili, che potrà così consentire di avviare tra le 15 mila e le 30 mila CER: queste, per il Ministro, costituiscono anche “un veicolo educativo di produzione e consumo”.
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