Acciai speciali: consumo spaccato a metà

 
L’attività dei settori utilizzatori di acciai speciali è prevista in sostanziale stabilità nel 2024: +0,1% sul 2023, secondo l’elaborazione degli ultimi dati di Eurofer dell’Ufficio Studi siderweb. A trascinare il comparto saranno elettrodomestici (+3,1%) e altri mezzi di trasporto (+1,2%). Stabilità e segno meno per prodotti in metallo, macchine e apparecchiature meccaniche, automotive, costruzioni. 
Il 2023 è stato un anno spaccato a metà: da un lato prodotti in metallo, costruzioni ed elettrodomestici (che insieme coprono circa il 50% del consumo) hanno rallentato tra il 2 e il 3%; al contrario, l’altra metà del mercato è cresciuta tra l'1,6% e l’8,8% (particolarmente bene automotive e altri mezzi di trasporto). 

È quanto ha analizzato il responsabile dell’Ufficio Studi siderweb, Stefano Ferrari, e presentato in apertura del webinar “Acciai speciali: a quando la ripresa?”, che si è tenuto questa mattina. 

«Il settore, un po’ come il resto della filiera siderurgica in questi mesi, si trova in una situazione di “vorrei ma non posso” – ha spiegato Ferrari -. Si registrano spinte dei produttori verso un aumento dei prezzi, ma anche la difficoltà a trasferire al mercato questi rincari, per via di una domanda non brillante. Le prospettive nel breve non sono entusiasmanti. È probabile che il 2024 sarà un anno di transizione verso un 2025 per cui, a oggi, si sono elaborate previsioni migliori. Esse, però, andranno come sempre confermate sul campo». Nel 2025, infatti, si stima una crescita dei settori utilizzatori dell’1,5%. 

«Nell’ultimo biennio – ha sottolineato Ferrari – la connessione tra andamento delle quotazioni del rottame e di uno dei prodotti benchmark del comparto, i tondi laminati C45, è stata piuttosto scarsa. Sulla formazione del prezzo sembrano aver influito maggiormente altri fattori, come la domanda o altri input produttivi. Il prezzo del C45 negli ultimi 6-7 mesi è stato in continuo calo; quello del rottame tra lo stabile e il lieve rialzo». 
 
Infine, un accenno alla produzione nazionale di acciai speciali, secondo gli ultimi dati disponibili di Federacciai. Dal 2010 al 2022, i piani in acciai speciali hanno perso il 22% di output. I lunghi hanno guadagnato il 25% nello stesso periodo, con il 2021 che li ha visti salire sopra la soglia dei 4 milioni di tonnellate. «Per il 2023, avendo costantemente raccolto informazioni dal mercato, le stime potrebbero essere di un calo produttivo di circa il 5% rispetto all’anno prima» secondo Ferrari.

PAROLA AGLI OPERATORI – «Abbiamo una visibilità più corta rispetto a quella del 2021-22, perché i programmi sono più stringati. Ci sono clienti che dall’oggi al domani cancellano ordini, con l’aggiunta di competitor molto più aggressivi rispetto al passato. E questa è una situazione abbastanza anomala» ha dichiarato nel suo intervento al webinar Roberto de Miranda, membro del comitato esecutivo del gruppo ORI Martin. Due fattori hanno un ruolo centrale: «Il primo è il nervosismo sui prezzi, perché probabilmente abbiamo raggiunto il pavimento, ovvero difficilmente riusciremo ad avere quotazioni dei prodotti più basse delle attuali; il secondo è la mancanza del consumo apparente, soprattutto a causa dell’andamento del mercato tedesco». Secondo de Miranda, è necessario scendere a patti con il “new normal” dell’automotive: in particolare, le passenger car in questi primi mesi del 2024 «non registrano una crisi, ma una fase di stabilità: seppur di fronte a una crescita, continuiamo e continueremo a restare su volumi più bassi rispetto al 2018. Dobbiamo abituarci a questa nuova normalità».

Anche secondo Stefano Scolari, amministratore delegato di ABS – Acciaierie Bertoli Safau, gli acciai speciali stanno soffrendo da diverso tempo a causa della debolezza di comparti come l’automotive, che rappresenta il 35-40% del business del gruppo. «Nel 2020 il settore aveva ridotto l’attività di circa il 19% rispetto al 2019. Ora sta leggermente recuperando, ma è ancora al di sotto dei livelli pre-Covid, nonostante si tratti di una delle filiere che stanno performando meglio», ha sottolineato Scolari. Altro punto critico è la scarsa visibilità sugli ordinativi. Quest’ultima, per contro, «è diventata per noi un’opportunità – ha rimarcato Scolari –. Approfittando di questi periodi calmi, particolari in termini di mercato, ci siamo concentrati sul migliorare le performance interne e soddisfare le richieste dei clienti, lavorando quindi fortemente su flessibilità, servizio, affidabilità. Grazie a questo, abbiamo effettuato pochissime fermate produttive, nonostante il panorama complicato».
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