ASSOTIR, Coldiretti sbaglia, l’aumento dei prezzi non è colpa dal trasporto

 
Se i prezzi di frutta e verdura sono aumentati del 20% non è colpa di un presunto aumento delle tariffe dei trasporti, anche perché il costo dell’autotrasporto incide per appena qualche centesimo sul prezzo di un chilo di frutta. Il vero problema invece è l’intermediazione. Lo afferma Assotir, respingendo le accuse mosse da Coldiretti con un comunicato emesso nella giornata del 31 luglio scorso.

“Si tratta di una ricostruzione fin troppo disinvolta – commenta Claudio Donati, Segretario Generale di Assotir. - La Coldiretti fa riferimento a un rincaro dei costi del carburante che avrebbero determinato un aumento del costo del trasporto. Siamo costretti a far notare che invece, a causa del rallentamento del mercato, gli autotrasportatori si vedono quotidianamente richiedere (e, spesso, imporre) riduzioni tariffarie. I costi aziendali che devo o sostenere (e il gasolio, in questo momento, è quello meno allarmante) sfiorano il 20% di aumento su base annua, sembra quasi una beffa”.

“Il vero problema è l’intermediazione – prosegue Donati. - Se dovessimo seguire il metro usato dalla Coldiretti, dovremmo concludere che l’aumento del costo della frutta al supermercato è colpa degli agricoltori. In realtà, invece, sappiamo bene che gli agricoltori sono le prime vittime di un meccanismo perverso, che premia appunto l’intermediazione, a danno di chi produce. Lo stesso discorso vale nel caso dell’autotrasporto. Infatti occorre ricordare che una cosa è il costo dell’autotrasporto (che, come detto, incide per appena qualche centesimo su un chilo di frutta), altra cosa è il costo complessivo della logistica, al cui interno l’autotrasporto è certamente uno dei vasi di coccio”.

Assotir comprende l’amarezza che prova Coldiretti, e che deriva dalla grande sofferenza in cui opera il settore. “Tuttavia – incalza Donati - si dovrebbe essere più precisi nell’indicare le responsabilità, perché sparare nel mucchio serve solo a coprire i veri responsabili. Ma, soprattutto, situazioni paradossali come queste andrebbero colte come occasioni per ricercare nuove convergenze tra i soggetti che, pur nella diversità di interessi, vivono la comune situazione di anelli deboli della filiera, a rischio continuo di sfruttamento. Categoria a cui, purtroppo, anche gli autotrasportatori appartengono”.

“Forse è arrivato il momento di porre fine a stucchevoli polemiche, lavorando, invece, con sano realismo e senza nascondersi le difficoltà, su come fare squadra per contrastare lo strapotere dei ‘padroni del vapore’. Per quel che ci riguarda, è un percorso, già intrapreso, su cui crediamo fermamente, e che ci sembra rilanciato dalla forza degli eventi anche di questi giorni” conclude Donati.
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