A tutta dieta… South Beach!
Sabbia bianchissima, acque cristalline e locali alla moda. Signore e signori ecco a voi South Beach: la spiaggia più frequentata e famosa di Miami. E’ da qui che arriva la dieta di cui vi parleremo in questa puntata con l’obiettivo, si spera, di arrivare in perfetta forma per la prova costume. E per le follie made in Florida. Siete pronti? Accendiamo i motori cominciando col dire che la dieta South Beach è stata ideata da un cardiologo americano: Arthur Agatston, che ha cercato di elaborare uno schema alimentare equilibrato che consenta di dimagrire ed essere in salute, mettendosi però a tavola senza fare rinunce. Velatamente, ma neanche troppo, questo regime alimentare voleva far le scarpe alle più famose Dukan e Atkins. Ma ovviamente il dottor Agatston, che ha fatto molti meno soldi per esempio di Pierino Dukan, non lo ammetterà mai manco sotto tortura. Di fatto in breve tempo questa dieta ha riscosso comunque molto successo, complice il fatto che promette di perdere fino a sei chili in sole due settimane. In più, senza patire la fame ed in totale salute. Dice lui. Ma siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è pure meglio, noi vi consigliamo di tutto cuore di rivolgervi sempre e comunque al vostro medico di salute. Ma in cosa consiste questa dieta che tanto piace oltreoceano? Innanzitutto diciamo che non elimina del tutto grassi e carboidrati (come la rivale Dukan e le altre proteiche) e già qui tiriamo un sospiro di sollievo. Ma anche no. Perché studiandola bene ci rendiamo subito conto che i famosi sei chili in due settimane vengono persi nella prima fase. Che, manco a dirlo, è proprio quella in cui vengono eliminati eccome. Quindi niente pane, pasta, riso e prodotti da forno. E grazie al cavolo che si dimagrisce! Se ce la fate, però, la buona notizia è che si tratta solo di due settimane. Dopodiché, gradatamente, si reintroducono alcuni alimenti come i legumi, la frutta, gli amatissimi carboidrati e finanche il vino (poco, eh). La terza fase è la solita di mantenimento, che reintroduce anche i grassi saturi e permette di mangiare carbo regolarmente seppur in quantità moderata. Poche le linee guida generali, che poi a ben vedere sono sempre la solita solfa dettata dal buon senso quando ci si mette a dieta. Ovvero: non riempire mai il piatto, che vuol dire che quando vi alzate da tavola non dovete rotolare. E ancora: non saltare mai i pasti e scegliere sempre condimenti semplici e genuini, come l’olio extravergine d’oliva, le spezie e le erbe aromatiche. Come spuntino scegliete la frutta secca, ma anche gli ortaggi con poche calorie (il caro vecchio finocchio va benissimo). Potete bere quando e quanto volete. Acqua, ça va sans dire. Al massimo qualche tisana o tè (possibilmente verde). Viene da sé, ma il dottor Agatston lo specifica perché non si sa mai, che dovete stare alla larga da dolci, gelati, caramelle, biscotti et similia. Vediamo ora nel dettaglio gli alimenti permessi durante le tre fasi. Nella prima, come abbiamo detto, sono banditi tutti i carboidrati complessi: quindi niente patate, niente pane e pasta, pure se integrali. Vanno inoltre eliminati gli zuccheri, pure la frutta, i formaggi grassi e l’alcool.
La dieta South Beach e il menu per perdere peso
Che resta? Le proteine, ovvio. E le verdure a basso indice glicemico. Quindi, per esempio, a colazione mangeremo due uova strapazzate con centrifugato di verdure, per spuntino fesa di tacchino e gambi di sedano, a pranzo 200 grammi di pesce al vapore con una porzione di cicoria, come spuntino pomeridiano succo di pomodoro (sigh sigh) o un finocchio (meglio) e a cena 150 grammi di pollo con una porzione di broccoli. Poi andate a dormire sennò vi viene fame (lo dico io, non Agatston). La seconda fase, durante la quale pian piano raggiungerete il vostro peso forma, prevede di reintrodurre una porzione di pasta o riso o pane integrali nella misura massima di 60 grammi (praticamente l’assaggio per vedere se è cotta). Inoltre è possibile mangiare una porzione di frutta e, udite udite, un paio di quadratini di cioccolato fondentissimo. Minimo 70%. Ammesso pure mezzo bicchiere di vino (meglio se rosso). Mangiate così fino a che la bilancia non vi sorriderà. Dopo di che passerete alla terza ed ultima fase. Che in pratica dura a vita per poter restare in forma. Alla varietà di alimentazione concessa nella seconda fase vanno aggiunti i grassi saturi e tutti i tipi di carboidrati (ma sempre con moderazione, che a ben pensarci è proprio quello il problema), tre porzioni di cereali e tre di frutta al giorno. Tra i pregi di questa dieta c’è, ovviamente, la diminuzione del peso ponderale (e vorrei pure vedere). Inoltre la tipologia di alimenti su cui il regime dietetico si basa diminuisce sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari e di insulinoresistenza migliorando anche il profilo lipidico del sangue. Ci sono però anche dei contro. Ad esempio la restrizione alimentare esagerata e un apporto poco ricco di vitamine, carboidrati e sali minerali, tutti elementi fondamentali per il benessere psicofisico. La mancanza di questi nutrienti essenziali può comportare stanchezza e spossatezza. Inoltre la perdita di peso della prima fase è in buona parte dovuta al catabolismo muscolare, al consumo delle riserve glucidiche e alla conseguente disidratazione: se ne vanno più che altro liquidi, non solo grassi. Il che vuol dire, non ci vuole un genio, che se smettiamo stiamo punto e da capo.