A
Natale il
pranzo del 25 dicembre batte il cenone del 24 a sera nelle preferenze degli italiani. A registrarlo una indagine condotta da
CNA Agroalimentare.
Oltre la metà degli italiani, per la precisione il 52 per cento, opta per un pranzo con le persone più care nel giorno di Natale. A soccombere nella sfida il cenone della vigilia, preferibilmente di magro, che si ferma al 38 per cento. Il 10 per cento residuo non festeggia per nulla, una quota in aumento rispetto agli scorsi anni, probabilmente incrementata dalla paura del contagio da Covid.
A
preferire il pranzo sono le donne (53 per cento contro il 41 per cento segnato dagli uomini), i più giovani (la fascia tra i 18 e i 34 anni) e i residenti al Nord, il 66 per cento degli abitanti del Triveneto e il 57 dei residenti nelle aree dell’ex triangolo industriale. Viceversa, il cenone è più gradito dagli uomini (40 per cento a fronte del 35 per cento di donne), dalla fascia di età tra i 35 e i 54 anni, e dai residenti al Sud (52 per cento) nelle Isole maggiori (47 per cento) e nel Centro Italia (44 per cento).
Natale e Capodanno segnano il trionfale ritorno del panettone sulle tavole degli italiani
Con un’impennata del prodotto artigianale. Mentre arretra il
pandoro nella classica disfida dolce di ogni
Natale. A rilevarlo una indagine condotta da
CNA Agroalimentare tra i suoi associati.
Quasi dieci milioni di famiglie hanno acquistato il panettone per il Natale 2021
Saranno poco meno di
dieci milioni le famiglie che hanno acquistato, o acquisteranno, panettoni a cavallo delle
festività tra fine 2021 e inizio 2022. Viceversa si riduce il numero di quanti questa volta opteranno per il pandoro. E sale la quota delle famiglie che scelgono i prodotti della tradizione regionale, magari non la propria. Infine torna a ritagliarsi uno spazio marginale ma importante nel mercato dei dolci natalizi il torrone in entrambe le versioni, morbida o dura, con una propensione all’alleggerimento della percentuale zuccherina.
I
prodotti artigianali sono in grande spolvero. I consumatori infatti, anche per motivi di dieta, preferiscono comprare quantità minori di dolciume ma di alta qualità. Il concetto di “Less is more!” – il meno è di più – dall’architettura è passato anche alla pasticceria.
Cinque milioni di panettoni artigianali per il Natale 2021
Secondo l’indagine condotta da
CNA Agroalimentare, è salito di quasi
cinque milioni il numero di panettoni artigianali destinato a essere venduto nell’arco delle festività, un aumento relativo intorno al 5,5%, per un valore pari a poco meno di 130 milioni di euro.
A comprare, e a gustare, il panettone artigianale soprattutto i
giovani tra i 25 e i 34 anni residenti principalmente nell’
Italia centrale. Oltre al tipo tradizionale, il panettone artigianale di quest’anno ha visto crescere vorticosamente i gusti al cioccolato fondente e al pistacchio. Sarà che il verde è il primo colore della bandiera italiana e quando si riparte si riparte sempre dal primo, sarà che il pistacchio – l’oro verde siciliano di Bronte e Raffadari – è particolarmente buono, proprio il pistacchio traina la ripresa dei panettoni artigianali e del loro successo. Un successo facilmente spiegabile. Il largo consumo non può conservare margini sufficienti con materie prime pregiate e costose come il pistacchio, mentre la produzione artigianale gode della fiducia di una clientela fidelizzata.
Pranzo di Natale più costoso nel 2021
Il
pranzo di Natale costerà di più per gli italiani quest’anno. Le elaborazioni
Unioncamere-BMTI sui dati rilevati dalle Camere di commercio confermano una chiusura d’anno caratterizzata da diffusi rialzi dei prezzi all’ingrosso dei prodotti agroalimentari, con molti prodotti che mostrano una crescita a doppia cifra rispetto allo scorso anno.
In aumento i prezzi delle carni sostenuti dal buon andamento della domanda. Nello specifico, i prezzi all’ingrosso delle carni bovine hanno registrato un prolungato aumento nella seconda parte dell’anno, conseguente anche alla ripartenza del canale Ho.re.ca., tornando al di sopra sia dei livelli del 2020 che del 2019. L’incremento annuo registrato a metà dicembre si attesta su un +15% sia per la carne di vitellone che per la carne di vitello. Confermati i rialzi anche per la carne di pollame, iniziati a inizio novembre. Nello specifico, si rileva un +13% per la carne di pollo e +17% per la carne di tacchino, rispetto al 2020 e +32,4% per il pollo e +6,7% per il tacchino, rispetto al 2019.