Si è spento Giuseppe Bono, l'artefice del miracolo di Fincantieri

- di: Redazione
 
Con la morte di Giuseppe Bono, per vent'anni alla guida di Fincantieri che ha portato all'eccellenza mondiale, se ne va l'ultimo rappresentante di una categoria, di cui s'è persa traccia, di quei capitani d'industria che, più che alla scala gerarchica, ponevano attenzione al rapporto umano e al merito.
Perché, come disse mentre aspettava di salire sul palco per ricevere il premio Italia Informa 2021 alla carriera, ''non dimentico da dove sono partito''. Un riferimento alle sue origini, al piccolissimo centro calabrese di Pizzoni, ai piedi delle Serre vibonesi, che, a trecento metri di altitudine, è incastonato da due torrenti - il Cerasia e il Trivio - che diventano tali solo quando l'inverno gonfia le nuvole e la pioggia cade copiosa.

Fincantieri: si è spento Giuseppe Bono

Nato nel 1944, Bono rimase orfano di padre in tenerissima età e, unico maschio della famiglia, fu costretto a fare quel che in quegli anni in tanti facevano: rimboccarsi le maniche e cercarsi un lavoro, nonostante l'ottimo percorso scolastico. Tra le due opzioni, Roma e Torino, scelse di andare nel capoluogo piemontese, ma solo perché, tifosissimo della Juventus, avrebbe potuto seguire i bianconeri da vicino.

Tornato in Calabria per un corso di formazione presso Fiat-Finmeccanica, fu messo sotto contratto alle Officine Meccaniche Calabresi, a Reggio Calabria. Lavorare, quindi, ma ad un passo da Messina dove si iscrisse alla facoltà di Economia e Commercio. La sua tesi di laurea . ''Budget e piani pluriennali in una grande azienda'', fu una sorta di anticipazione ''programmatica'' del percorso che Giuseppe Bono avrebbe seguito in una lunghissima carriera che lo ha visto lavorare nelle industrie di Stato. Una carriera protrattasi per 59 anni, gli ultimi venti al comando di Fincantieri, dove ha ottenuto successi riconosciutigli a livello globale, che gli guadagnarono una definizione, l'ultimo "boiardo di Stato", che forse non amava, perché probabilmente la sentiva troppo limitativa per lui che, anche da servitore delle Istituzioni, non ha mai messo limiti alla sua capacità di innovare, anche a dispetto di quel che altri, più prudentemente, pensavano. Forse il tributo più sincero per quello che Giuseppe Bono ha fatto è stato il breve messaggio del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che lo ha onorato definendolo ''un amico fraterno, grande uomo, straordinario capitano d'industria. Ha dedicato tutta la sua vita a costruire ricchezza per l'Italia. Lo conobbi appena arrivato a Fincantieri, che era in grave difficoltà. Ora ha i migliori prodotti al mondo".

Un servitore dello Stato che, negli anni di Fincantieri, ha saputo portare avanti i suoi progetti, talvolta visionari, in un'ottica industriale e restando sempre fedele alla sua filosofia: non fermarsi mai. Ma, a dispetto dei suoi toni apparentemente bonari, Bono non era un uomo solo di pensiero, come hanno avuto modo di capire i suoi collaboratori, spesso sorpresi dalla capacità di lavorare per moltissime ore, anche quando gli altri chiedevano, quasi implorando, di fermarsi, di prendere un pausa.
Ma, oltre ad essere un uomo del fare, Giuseppe Bono era un intellettuale, un appassionato d'arte, un amante della bellezza, che poteva essere un quadro o una statua, ma anche una delle navi che uscivano dai suoi cantieri.

''Con Giuseppe Bono - questo il ricordo di Germana Loizzi, editore di Italia Informa e che ebbe il piacere di consegnare all'allora ad di Fincantieri il premio alla carriera - il Paese perde non solo una grande personalità dell'industria, ma anche un esempio tangibile di come, con passione e forza di volontà, nessun traguardo è precluso. A dispetto di quello che era e di ciò che rappresentava per l'industria italiana, Giuseppe Bono aveva una umiltà di fondo, forse il retaggio di una giovinezza in cui fu costretto a prendere decisioni importanti, coma lasciare la sua casa per andare a lavorare. A Lui l'Italia deve molto e, come editore di Italia Informa, sono orgogliosa, con il premio alla carriera 2021, di avergli tributato il giusto riconoscimento''.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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