Cercasi candidati qualificati: serve offrire formazione, flessibilità, inclusività e…AI

- di: Redazione
 

Carlos Manuel Soave, Managing Director Hays Italia, ci spiega perché le grandi aziende faticano a trovare nuovi impiegati: colpa del clima economico attuale ma anche della carenza di competenze specifiche. Per attirare i candidati più interessanti, bisogna offrire un posto concorrenziale: usare bene l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro, garantire flessibilità di orari e luogo di lavoro, e impegno contro ogni discriminazione.

Cercasi candidati qualificati: serve offrire formazione, flessibilità, inclusività e…AI

Nonostante una certa crescita delle assunzioni, per le imprese resta la difficoltà a reperire candidati, soprattutto qualificati. Dottor Soave, qual è il principale problema? Scarsa qualità della formazione scolastico universitaria, mismatch fra le aspirazioni dei candidati e quel che viene proposto (stipendio, orari e modalità di impiego, ecc..)?

Dal nostro report emerge che le aziende continuano a trovarsi di fronte ad una generale carenza di candidati nel mercato del lavoro (40%) oltre che a dover affrontare una agguerrita concorrenza nel proprio settore specifico (35%). Nonostante l’88% delle organizzazioni intervistate preveda nuove assunzioni nei prossimi mesi, esse dovranno fare i conti con il gap di competenze e la carenza di talenti qualificati disponibili. Dai dati raccolti, però, emerge la volontà da parte delle aziende di impegnarsi concretamente e, per superare il mismatch esistente, si stanno affidando a società di Recruitment (39%), stanno rafforzando il proprio Employer Branding (39%) ed investendo nella formazione e riqualificazione dell’organico esistente (36%). Tra le pratiche più frequentemente usate per affrontare la carenza di competenze troviamo corsi di formazione interni ed esterni, corsi di certificazione e programmi di mentoring. Vale la pena sottolineare che questa mancanza di competenze non si limita alle tradizionali hard skills, bensì include sempre più anche le soft skills, maggiormente legate alla flessibilità, all’intelligenza emotiva ed alla collaborazione: ciò rappresenta una risposta all’evoluzione delle dinamiche lavorative in ambienti agili e mutevoli.

Quali le prospettive per il 2024 e i prossimi anni?

L’inflazione economica presente continua ad esercitare una forte pressione sui salari e potremmo definirla una delle maggiori difficoltà che impedisce alle aziende di raggiungere i propri obiettivi, nonostante circa il 58% di esse preveda di aumentare la retribuzione dei propri team nel 2024. Tuttavia, anche gli aspetti intangibili diventeranno sempre più importanti nei compensi e nei benefit offerti. Stipendio, flessibilità ed aspettative nei confronti delle nuove tecnologie AI diventeranno sempre più gli indicatori chiave per attrarre e trattenere i talenti. Nonostante l’incertezza economica esistente a livello nazionale ed internazionale, le ambizioni di crescita del proprio business da parte delle organizzazioni persisteranno e la domanda di professionisti qualificati rimarrà alquanto stabile in quasi tutti i settori di mercato, soprattutto per tipologie di assunzioni a tempo indeterminato, e su quei ruoli considerati strategici per la crescita aziendale.

La possibilità di smart working è – o dovrebbe essere – conclusa nel nostro paese. Pensa che ‘lavorare da casa’ possa essere una risorsa incentivante per il lavoratore o comunque il modello ufficio è da considerarsi prioritario?

Lo stipendio è importante, ma oggi non è tutto. Il lavoro flessibile è uno degli aspetti a cui i lavoratori non vogliono più rinunciare per un migliore equilibro tra lavoro e vita privata, classificandosi al secondo posto tra i benefit più apprezzati (51%). L’analisi dello scorso anno ha mostrato chiaramente come quasi tre lavoratori su dieci sarebbero disposti a licenziarsi in caso venissero obbligati a rientrare in ufficio. Dalla nostra esperienza nel settore del Recruitment sappiamo bene che il pacchetto benefit è oggi uno dei principali aspetti, oltre allo stipendio, che i candidati prendono in considerazione quando decidono se accettare o meno un’offerta di lavoro: aspirando a ricoprire un ruolo che si allinei al meglio con la propria esperienza, esigenze ed aspettative, la flessibilità ed il benessere personale stanno diventando tematiche di discussione sempre più importanti in fase di colloquio. Il lavoro flessibile è un elemento essenziale per la maggior parte dei professionisti oltre che un aspetto fondamentale nella decisione di accettare o meno un’offerta di lavoro. Per un’azienda ciò può tradursi anche in un risparmio economico grazie alla riduzione dei costi per affitto ed energia, ma anche in un comportamento virtuoso, grazie al significativo impatto ambientale.

Come l’Intelligenza Artificiale sta influenzando il mercato del lavoro e lo svolgimento delle professioni? Ne esistono alcune più a rischio di altre?

Abbiamo constatato che, quando si parla di IA, c’è ancora molta confusione e diffidenza. Esiste un grande divario tra il potenziale dell’IA ed il modo in cui viene attualmente impiegata sul posto di lavoro. Sebbene la stragrande maggioranza dei lavoratori sia a conoscenza dell’esistenza dell’intelligenza artificiale, sono pochi quelli che la utilizzano concretamente.  Il fatto che la maggior parte delle aziende non vieti l’IA sembra una buona cosa, ma solo poche di esse pare utilizzarle, poiché non ne comprende i possibili vantaggi derivanti o teme problematiche legate alla privacy/sicurezza. Sul fronte professionisti, il 93% dei partecipanti al nostro report afferma di non aver ricevuto alcuna formazione sull’argomento, mentre oltre il 76% sarebbe disposto a cambiare lavoro per stare al passo con l’evoluzione dell’IA. Le aziende potrebbero investire in programmi di formazione, workshop e iniziative per permettere ai professionisti di avere una migliore padronanza dell’IA e di conseguenza di incrementare l’utilizzo delle applicazioni di IA, superando da entrambe le parti le insicurezze legate alle problematiche di privacy e sicurezza.

Quali gli strumenti per arrivare ad un’effettiva parità di genere, dato il ‘gap’ ancora profondo?

I candidati vogliono lavorare per aziende che siano inclusive e impegnate nel prevenire qualsiasi tipo di discriminazione già in fase di selezione, garantendo ad esempio che le persone con disabilità o indipendentemente dal genere vengano trattate in modo equo. La vera sfida oggi per manager, imprenditori ed HR è gestire i team multigenerazionali in modo adeguato, affinché le competenze e le esperienze di ciascuna fascia generazionale possano trasformarsi in un vantaggio competitivo per l’azienda stessa.

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