Elezioni Regionali: la Calabria verso il voto, tra incertezze e rischi

- di: Diego Minuti
 
C'è stato un momento del giornalismo nostrano in cui, davanti alla confusione di alcune soluzioni, fantasiose più che immaginifiche, date ad una crisi politica, si inventavano letteralmente definizioni che poco o nessuna attinenza avevano con la realtà. Una di queste è stata, senza dubbio, "laboratorio politico" che si usava quando la situazione era talmente poco lineare, in termini di alleanze e condivisione di programmi, da non consentire di definire con esattezza di cosa si stesse parlando.

Laboratorio politico come simbolo della ricerca di nuove strade, distanti dalla tradizione, per precisa volontà o per mancanza di alternative. Una definizione oggi desueta, ma che forse è il caso di ritirare fuori se parliamo del futuro prossimo della Calabria in termini politici, dopo la scomparsa di Jole Santelli, presidente per pochi mesi, espressione di una coalizione di centrodestra. La morte della presidente ha aperto una fase tumultuosa, che appare ben lontana dal potere definire i contorni dei contenuti della alleanza che si candiderà a guidare una eventuale maggioranza di centrodestra.

Il perché è abbastanza evidente. La controversa eredità politica lasciata dalla giunta di sinistra guidata da Mario Oliverio ha spianato la strada alla vittoria di Jole Santelli, cui una sorte crudele ha impedito di portare avanti il suo programma. Con la conseguenza che la delicata fase della transizione che deve portare alle nuove elezioni è gestita da un non eletto (il presidente facente funzioni Spirlì), peraltro esponente di una componente residuale della coalizione. Spirlì, che di mestiere faceva altro che non il politico, ha in mano un potere che, sebbene sotto il limite dell'ordinaria amministrazione derivata dalla carica ad interim, resta forte, soprattutto in un periodo di enorme confusione come quello che la Calabria, come il Paese, attraversa.

Ecco quindi che una intera regione, tacendo delle divisioni ideologiche, si interroga su quale possa essere la strada da imboccare per evitare alla Calabria un tracollo morale ancora prima che politico o amministrativo. Per quanto se ne sa, Nino Spirlì, alle prese con le beghe legate all'emergenza Covid ed al baratro della sanità regionale, non ha ancora manifestato l'intenzione di porre la sua candidatura, che sarebbe in quota Lega, partito al quale appartiene. Ma appare abbastanza scontato che la debolezza del suo particolare momento politico - in conseguenza dell'emergenza sanitaria - sarebbe un gigantesco masso sulla strada di una sua candidatura. Ma i giochi sono tutti aperti, a cominciare da come Forza Italia - di cui Jole Santelli era espressione - voglia convincere gli alleati che spetta ancora ad essa indicare il candidato presidente, in considerazione della fine traumatica della legislatura. Allo stesso modo non si sa come Fratelli d'Italia voglia capitalizzare la sua crescita esponenziale.

Lo potrebbe fare solo nel caso in cui trovasse una candidatura forte ed allo stesso tempo di grande significato simbolico. Magari un'altra donna, magari fortemente legata alla Calabria e non solo elettoralmente, magari con solide esperienze politiche. Un profilo che, oggi come come, potrebbe sembrare disegnato addosso all'on.Wanda Ferro (nella foto) che però non ha mai lasciato ad intendere di essere disponibile. A sinistra, invece, il quadro è indecifrabile, legato come è al dilemma dei Cinque Stelle se perseguire alleanze o andare da soli (verso una ennesima sonora sconfitta). I nomi che circolano, però, in area Pd sembrano espressione di una vecchia classe dirigente che, sebbene cresciuta politicamente a Roma, non viene sentita come "propria" dai calabresi.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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