Cambiamenti climatici, SustainAdvisory traccia la mappa dei crediti bancari a rischio

- di: Marco Tringali
 
Quasi un terzo degli impieghi bancari è esposto ai rischi climatici acuti. E' questa la conclusione a cui è giunta SustainAdvisory, una prestigiosa società di consulenza che concentra le proprie ricerche sull'audit di sostenibilità. Secondo le ultime stime, al 30 giugno dello scorso anno, il 32% degli impieghi bancari di imprese e famiglie, sono stati erogati in territori classificati come ad alto rischio dal punto di vista idrogeologico. Si tratta di territori particolarmente esposti a frane, precipitazioni abbondanti e frane.

SustainAdvisory ha usato l'indicatore di rischio fisico AWARE per mappare l'esposizione al rischio climatico degli impieghi del sistema bancario italiano. Un indicatore che si è basato anche sulle statistiche degli eventi avversi degli ultimi due anni che hanno richiesto il riconoscimento da parte delle istituzioni dello stato di emergenza o di calamità. Si tratta di rischi che in futuro potrebbero evolversi in senso negativo anche a causa dei cambiamenti climatici in atto, che renderanno in futuro sempre più frequenti i disastri ambientali, con conseguenti perdite finanziarie e implicazioni sistemiche.

Non è un caso che la Banca Centrale Europea, già da un po' di tempo a questa parte, stia tracciando accuratamente le esposizioni delle banche ai rischi fisici. Fra l'altro, dal mese di giugno 2021, le banche saranno chiamate a rendicontare il portafoglio crediti per settore ed esposizione a eventi climatici cronici e acuti. E il 2022 sarà l'anno del primo stress test climatico che riguarderà i principali istituti di credito europei.

Per quanto concerne i crediti erogati a imprese e famiglie, secondo la relazione di SustainAdvisory, sarebbero le macroregioni del nord-est, del sud e delle due isole maggiori, ad essere più esposte. Il 32% degli impieghi bancari, che corrisponde a circa 414 milioni di euro, è stato erogato in territori che sono maggiormente esposti ad eventi climatici acuti significativo. Negli scorsi inverni, abbiamo assistito ad eventi raccapriccianti dal punto di vista meteorologico, come allagamenti di strade, case, edifici, locali commerciali e cantieri, oltre a smottamenti di terreni e crolli di pareti rocciose.

Eventi nefasti che hanno richiesto costose spese di manutenzione, ricostruzione e ripristino dello stato dei luoghi e delle strutture. A tutto questo va sommato il mancato introito per l'interruzione dell'attività delle imprese. Va anche ricordato che la maggior parte dei mutui abitativi concessi alle famiglie non sono muniti di copertura assicurativa, poiché gli istituti di credito non prevedono la stipula di polizze contro i rischi da eventi climatici. L'indicatore AWARE ha svelato che circa il 34% di questi impieghi (119 miliardi di euro) riguarda territori esposti ad eventi climatici acuti elevati (rischio Alto o Molto Alto).

I costi relativi a spese di manutenzione straordinaria e ripristino, erodono in maniera consistente la capacità di rimborso delle quote di capitale ed interesse dei mutui, compromettendo anche il valore complessivo delle strutture coperte da ipoteca. Ammonta invece a 221 miliardi di euro, la cifra dei prestiti erogati a imprese domiciliate su territori esposti ad un rischio di eventi climatici acuti. Fra le aziende più a rischio, quelle agricole e edili.  
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