De Laurentiis bestemmia a Frosinone davanti a un bambino

- di: Bianca Balvani
 
A meno che non si parli di persone affette da gravi patologie psichiatriche, il gesto di ogni uomo o donna ha sempre una spiegazione, razionale oppure emotiva che sia. Eppure, raramente si cerca di capire cosa abbia spinto qualcuno ad una reazione che è andata fuori dalle righe. Se poi il personaggio in questione non è che raccolga molta simpatia, al di fuori della sua Napoli (dove comunque ci sono 'sacche di resistenza anti' non sopportandone proprio i modi spesso rudi) si capisce perché ogni suo comportamento venga vivisezionato e, se ne si ha la possibilità, censurato. 

Come sta accadendo in queste ore ad Aurelio de Laurentiis, messo in croce per un  video - divenuto ovviamente virale - che lo ritrae nel pieno di una tracimazione verbale nei confronti di qualcuno - forse un  padre, un nonno, uno zio - che, dopo la partita vittoriosa del Napoli a Frosinone, cercava di potere scattare una foto che immortalasse un bambinetto con uno dei sui idoli in pantaloncini e maglietta. 

De Laurentiis bestemmia a Frosinone davanti a un bambino

Il caso - quello della mela in testa ad Isaac Newton o dell'acqua della vasca delle abluzioni di Pitagora, tanto per citare - ha voluto che si trovasse a passare di lì il presidente del Napoli che, a quel che si vede e sente dal video, ha risposto di no alla richiesta, accompagnando il diniego con quello che mai Donna Letizia o Lina Sotis avrebbero mai ammesso: un ''bestemmione'', tanto per definirlo nel gergo giovanile. Ora, se si prende l'episodio per quello che appare, le scelte comportamentali di De Laurentiis sono da censurare, per i modi e per l'insensibilità mostrata nei confronti di un giovanissimo tifoso che, quella foto che aveva desiderato, avrebbe ingrandito, incorniciato e messa sul lettino della sua cameretta, magari passandola un giorno ai figli, al grido ''quel giorno c'ero anche io''. 

Quindi, come accade invariabilmente, sull'episodio si sono creati due schieramenti, due distinte correnti di pensiero tra quelli che stigmatizzano il no allo scatto e la bestemmia che i bip hanno coperto e gli altri che dicono che forse de Laurentiis non aveva tutti i torti nel respingere una richiesta, che forse era stata preceduta da molte altre delle stesso contenuto e forse anche pressanti, al limite del fastidio.

La verità, come sovente succede, forse sta in mezzo perché se sicuramente male ha fatto il presidente del Napoli non tanto a dire di no alla richiesta, quanto a supportare la sua tesi con una bestemmia (senza che questo implichi ragionamenti teologici, ma solo di buona educazione) , certo bisogna comprendere anche le ragioni di chi, personaggio pubblico, è ormai costantemente assediato dalla gente in virtù del suo ruolo.

Anche perché, come accaduto a Frosinone, ci sarà sempre qualcuno che, usando il telefono cellulare come il fucile di precisione di un cecchino, ti beccherà. Anzi ti inchioderà alle tue, vere o presunte, colpe e responsabilità.  Il mondo del social è anche questo: se ti può incensare, bene, ma se può affossarti è meglio. Peraltro, senza che questo voglia essere qualcosa di assolutorio nei confronti di de Laurentiis, il video ''incriminante'' è stato girato a diversi metri di distanza. Non che questo attenui il giudizio sul comportamento e le parole, ma almeno sono un'attenuante che però, per le corti d'assise dei social, non attenua un bel niente. 

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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