Dalla Scala a Porno Hub: tutti i no alla guerra

- di: Barbara Leone
 
E’ un fenomeno! Vladimiro è proprio un fenomeno. In una settimana è riuscito a: eliminare il covid dalle piazze e dalle tv, unire la Ue che prima era unita solo nel nome, convincere la gelida manina della Finlandia a spedire l’artiglieria, dare ‘na sveglia alla Svizzera che per la prima volta nella storia non fa il pesce in barile, far tentennare la Cina, mettere d’accordo tutti i politici italiani, farsi odiare praticamente da tutto il mondo (eccezion fatta per quell’altro pallone gonfiato di dittatore nordcoreano che al confronto però è un pivellino). Se ciò non bastasse, e avoglia se basta, in un battibaleno è riuscito altresì a: farsi sospendere da judo, lasciare la Russia senza sport, senza film, senza musica e pure senza sesso fai da te. 

I russi, infatti, sono praticamente fuori da tutto. Calcio, musica, arte, economia, istituzioni e vattelappesca. L’isolamento della Russia di Putin ha raggiunto quasi tutti i fronti. Ed è mondiale. A cominciare proprio da quello di calcio, al quale la nazionale russa (per volere di Uefa e Fifa) non parteciperà. Stessa sorte per l’Europa League e per l’Eurocup di basket. E ancora: la Russia non sarà sede dei prossimi mondiali di volley, la finale di Champions è spostata da San Pietroburgo a Parigi, niente tornei di tennis internazionali, niente gran premio automobilistico, niente competizioni di rugby, niente mondiali di scherma e di tennis junior, e finanche niente olimpiadi di scacchi. Che uno magari di quello se ne può pure fare una ragione. Chissà il giramento di balls dei russi, che dalla sera alla mattina si ritrovano a non poter competere tra un po’ manco a bocce. Ma questo è solo l’inizio. 

L’isolamento della Russia di Putin ha raggiunto quasi tutti i fronti

Sul fronte musicale la rivolta è totale. Con gli organizzatori dell’Eurovision che hanno deciso di estromettere dalla manifestazione l’intera rappresentanza russa. E ancora il Teatro alla Scala, i Wiener Philharmoniker e le più prestigiose istituzioni musicali europee che senza troppi panegirici liquidano il direttore d’orchestra Valery Gergiev, storico amico di chillollà. Mentre la Sinfonica ucraina, in tour nei più grandi teatri d’Europa, si rifiuta di eseguire le belle e maestose musiche partorite nella terra degli zar. Dove oramai non c’è neppure un concerto in programma, perchè tutti gli artisti europei hanno annullato le loro performance.

Allora che si fa? Si va a vedere un film? Manco per niente. Perché Warner Bros, Disney e Sony Pictures hanno comunicato la scelta di non distribuire i loro film di prossima uscita nelle sale cinematografiche russe, mentre Netflix ha confermato che non ospiterà più nella sua piattaforma i canali statali russi. Anche perché, come conseguenza delle sanzioni europee e statunitensi, gli utenti russi non potranno più pagare Netflix e Spotify con le carte di credito. 

Resta solo la vodka. E il caro vecchio sesso fai da te. E invece no. Perché pure i siti porno dicono no alla guerra. Con Porno Hub in prima linea, che ha bloccato l’accesso al sito agli utenti che vengono geo-localizzati in Russia. Non solo, chi si collega da Mosca e dintorni per vedersi un filmato hard si troverà sullo schermo le bandiere dell’Ucraina e un messaggio di sostegno al Paese sotto attacco delle forze armate guidate dal pazz… cioè, da Vladimiro. Una vendetta a luci rosse, insomma, che ha letteralmente fatto sbroccare la popolazione maschile russa. Pronta, pare, a lanciare i peggio missili. Sì, ma sul Cremlino. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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