Le nuove regole di WhatsApp spingono gli utenti verso altri sistemi

- di: Emanuela M. Muratov
 
Le nuove regole, entrate in vigore la scorsa settimana, hanno inquietato gli utenti di WhatsApp spingendo la società a rassicurare i follower, che non hanno nascosto la loro preoccupazione per il fatto che il servizio Messenger avrebbe condiviso dati con la società madre, Facebook.
Ma queste rassicurazioni sembrano non avere convinto troppo, tanto che, subito dopo l'annuncio, altri sistemi di messaggistica - che danno maggiori garanzie in termini di sicurezza e tutela della privacy - hanno registrato milioni di nuove adesioni.

Con un messaggio ufficiale, postato sul suo sito web e rivolto direttamente ai fruitori del servizio, WhatsApp ha voluto chiarire che "l'aggiornamento non influisce in alcun modo sulla privacy dei messaggi scambiati con i tuoi cari e la tua famiglia".
Le perplessità degli utenti sono emersi quando, giovedì scorso, WhatsApp ha notificato ai suoi follower (stimati in oltre due miliardi) che, se non avessero accettato i nuovi termini di utilizzo, non avrebbero avuto più accesso al loro account a partire dall'8 febbraio. "Ma i cambiamenti riguardano solo possibili conversazioni con le aziende", ha voluto precisare WhatsApp.

Il gruppo californiano, che trae enormi profitti dalla pubblicità mirata su Facebook e Instagram, ha deciso di generare ulteriori entrate, attraverso Messenger, consentendo agli inserzionisti di contattare i propri utenti o di vendere i propri prodotti direttamente, come già avviene in India.
Ma WhatsApp, rilevata da Facebook nel 2014, ha costruito la sua reputazione proprio sulla protezione dei dati e quindi la recente iniziativa ha provocato sconcerto sulle reti. In ogni caso, il tentativo di WhatsApp di rassicurare i propri utilizzatori sembra essere arrivato in ritardo: da giovedì i sistemi di messaggistica sicura Signal e Telegram hanno segnato un numero altissimo di adesioni. Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha detto che nelle ultime 72 ora ci sono state 25 milioni di nuove adesioni al sistema di messaggistica.

Si tratta, secondo Durov, di un aumento significativo rispetto agli scorsi anni. Nei suoi sette anni di attività contraddistinti da una politica di protezione della privacy, Telegram aveva già registrato improvvise ondate di iscrizioni. "Ma questa volta è diverso" - ha detto - "Le persone non vogliono più scambiare la loro privacy con servizi gratuiti. Non vogliono più essere tenuti in ostaggio dai monopoli tecnologici".
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