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Von der Leyen: “Con gli Stati Uniti potrebbe non essere più come prima”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Von der Leyen: “Con gli Stati Uniti potrebbe non essere più come prima”
“Il rapporto con gli Stati Uniti potrebbe non tornare più quello di una volta.” Parole nette, quelle pronunciate oggi da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, durante il settimo Forum economico franco-italiano Confindustria-Medef, svoltosi a Roma. La dichiarazione, pronunciata davanti a una platea di imprenditori e rappresentanti istituzionali, arriva in un momento cruciale per i rapporti tra Europa e Stati Uniti. In gioco ci sono i dazi, la concorrenza industriale, la sicurezza commerciale e, più in profondità, il nuovo assetto del potere globale. Von der Leyen ha scelto di non mascherare le preoccupazioni europee: la stagione della fiducia automatica oltreoceano sembra ormai tramontata.

Von der Leyen: “Con gli Stati Uniti potrebbe non essere più come prima”

Il cuore del discorso della presidente riguarda la necessità di offrire certezze alle imprese europee, sempre più esposte alle tensioni geopolitiche e alle oscillazioni del mercato globale. “Le aziende chiedono chiarezza – ha detto – e noi dobbiamo garantire un ambiente stabile, anche nel commercio transatlantico.” Von der Leyen ha spiegato di aver ribadito questo punto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, incontrato nei giorni scorsi, sottolineando quanto l’industria europea abbia bisogno di un quadro normativo certo, libero da minacce di dazi o restrizioni unilaterali. Il messaggio è chiaro: l’Europa non vuole rinunciare al suo peso negoziale e non è più disposta a subire decisioni prese altrove.

Una partnership da ridefinire

L’intervento della presidente della Commissione traccia una linea di rottura rispetto al passato. Se per decenni la relazione con Washington è stata data per scontata, oggi viene messa in discussione dalla stessa leadership europea. La ridefinizione della partnership passa per un equilibrio più maturo, più reciproco, meno subordinato. Von der Leyen ha sottolineato come la Commissione stia lavorando “senza sosta” per trovare un’intesa iniziale sui rapporti commerciali, ma ha anche ammesso che il contesto è cambiato, e con esso le priorità di entrambi i blocchi. La fine di un’epoca non è solo diplomatica, ma culturale e strategica.

L’Europa come primo mercato di se stessa

In un passaggio chiave, Von der Leyen ha ricordato che “il partner commerciale più importante dell’Europa è l’Europa stessa”. Una frase che suona come dichiarazione d’intenti per il futuro. L’Unione vuole rafforzare il proprio mercato interno, puntare su una maggiore integrazione economica e proteggere le proprie filiere strategiche. Non si tratta di chiudersi, ha spiegato, ma di ridurre le dipendenze e costruire una vera autonomia economica. Una visione che riflette il timore crescente che il ritorno di dinamiche protezionistiche – alimentate anche dalla campagna elettorale americana – possa danneggiare in modo irreparabile il tessuto industriale europeo.

Il nodo dei dazi e il ruolo del G7


Il riferimento ai dazi è stato diretto: “Crediamo che siano una perdita per tutti.” Von der Leyen ha ribadito che l’Unione europea continuerà a battersi contro il ritorno di barriere commerciali, puntando invece su un modello multilaterale basato su regole condivise. In vista del prossimo vertice del G7, la Commissione intende rilanciare l’idea di un patto di stabilità commerciale, che metta al riparo le economie europee dagli shock generati dalle decisioni unilaterali. La posta in gioco è alta: evitare che il crescente confronto tra Stati Uniti e Cina si trasformi in un danno collaterale per l’Europa.
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