Usa: l'inflazione continua ad incrinare la fiducia dei consumatori americani

- di: Redazione
 
Gli aumenti generalizzati dei prezzi di generi di massimo consumo (dal cibo ai carburanti, in prima battuta) continua a indebolire la fiducia dei consumatori negli Usa, come attestano le rilevazioni di questi giorni.
Il Conference Board (una organizzazione senza fini di lucro, che interagisce con un migliaio di aziende) ha reso noto che il suo indice di fiducia dei consumatori a luglio è sceso a 95,7 dal 98,4 di giugno, in gran parte a causa dell'ansia degli americani per le attuali condizioni economiche, in particolare per l'inflazione più alta degli ultimi quarant'anni. Il dato sulla fiducia è il più basso dal febbraio dello scorso anno.

I consumatori degli Usa sfiduciati dall'aumento dell'inflazione

L'indice della situazione attuale del gruppo di ricerca sulle imprese, che misura la valutazione dei consumatori sulle condizioni attuali delle imprese e del mercato del lavoro, è sceso da 147,2 a 141,3.
Per oggi si attendono le decisioni della Federal Reserve, che dovrebbe aumentare nuovamente il tasso di prestito di riferimento (forse di altri tre quarti di punto), nel tentativo di combattere l'inflazione. La banca centrale statunitense ha già aumentato i tassi di un 1,25% da maggio. Cosa che ha anche contribuito a raffreddare il mercato immobiliare come effetto della crescita dei mutui.

L'indice dei prezzi al consumo del governo è salito del 9,1% nell'ultimo anno, il più grande aumento annuale dal 1981, con quasi la metà dell'aumento dovuto ai maggiori costi energetici.
I prezzi energetici sono di recente scesi. Quindi questa situazione potrebbe non avere avuto riflessi nella rilevazione demoscopica, chiusa al 21 luglio, dal momento che i nuovi e più bassi prezzi potrebbero non essere ancora a conoscenza di alcuni intervistati.

In generale, il sondaggio ha mostrato che meno americani pensano che le condizioni miglioreranno nei prossimi sei mesi e che sono più pessimisti sulle proprie prospettive finanziarie a breve termine.
Tra gli intervistati è evidente il calo di quelli che hanno in programma di fare acquisti ''importanti'', come automobili o grandi elettrodomestici e meno ancora pianificano di fare vacanze a breve termine.
"Guardando al futuro, è probabile che l'inflazione e ulteriori aumenti dei tassi continueranno a rappresentare forti venti contrari per la spesa dei consumatori e la crescita economica nei prossimi sei mesi", ha affermato Lynn Franco, direttore senior degli indicatori economici del Conference Board.
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