No all'ingresso di Romania e Bulgaria in area Schengen, sì a Croazia

- di: Redazione
 
Dai ministri dell'Interno dell'Unione Europea è arrivata la luce verde per accettare la Croazia nella zona Schengen, ma non per Romania e Bulgaria, da cui giungono reazioni ufficiali improntate a sgomento e rabbia. Il voto dei ministri respinge l'auspicio della Commissione europea che aveva sostenuto che tutti e tre i Paesi soddisfacessero i criteri necessari per entrare a far parte della zona, che comprende 420 milioni di persone. Delusione è stata espressa anche dal commissario europeo per gli Affari interni, Ylva Johansson.

No all'ingresso di Romania e Bulgaria in area Schengen, sì a Croazia

Ovviamente il primo ministro croato Andrej Plenkovic ha elogiato la decisione. La Croazia quindi disattiverà i suoi valichi di frontiera con i vicini dell'UE Slovenia e Ungheria dal primo gennaio, lo stesso giorno in cui entrerà a far parte della zona euro. Creato nel 1985, lo spazio Schengen consente a persone e merci di viaggiare liberamente, senza esibire documenti di viaggio o doganali. Comprende 22 dei 27 stati dell'UE oltre a Norvegia, Svizzera, Islanda e Liechtenstein.

A votare contro l'allargamento del trattato Schengen a Romania e Bulgaria sono stati Austria e Paesi Bassi, che hanno motivato la loro scelta con la preoccupazione che i due Stati siano deboli nei confronti dell'immigrazione clandestina. L'opposizione più veemente venne dall'Austria, il cui ministro degli Interni, Gerhard Karner, ha detto che ''non è giusto che un sistema che non funziona in molti luoghi venga ampliato in questo momento". Il governo di Vienna ha citato un rapido aumento del numero di migranti che entrano illegalmente in Austria attraverso la rotta dei Balcani occidentali. Una tesi smentita dai leader politici in Romania e Bulgaria, che sostengono che relativamente pochi migranti irregolari attraversano il loro territorio e che il tentativo di aderire a Schengen è stato fermato per motivi politici, dicendo che i governi austriaco e olandese stanno cercando di attirare il voto contro gli immigrati.

Quest'anno l'agenzia europea per le frontiere Frontex ha segnalato 128.000 "ingressi irregolari" nell'UE dai Balcani occidentali, un aumento del 77% rispetto al 2021, con 22.300 nel solo ottobre. Queste cifre includono più tentativi da parte delle stesse persone. Il governo austriaco afferma che 75.000 migranti irregolari sono attualmente nel paese. Circa il 40% proviene dall'India e dalla Tunisia, dopo essere volato legalmente in Serbia, un paese non UE, con un regime senza visto; un ulteriore 40% proviene da paesi guidati da Afghanistan, Pakistan e Siria.
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