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Ue, indagine sul cloud: il dossier Amazon–Microsoft apre un nuovo fronte sulla concorrenza digitale

- di: Alberto Vicini
 
Ue, indagine sul cloud: il dossier Amazon–Microsoft apre un nuovo fronte sulla concorrenza digitale

La Commissione europea ha acceso un faro sul cuore dell’economia digitale: il cloud computing. Bruxelles ha avviato tre indagini parallele che riguardano Amazon Web Services e Microsoft Azure, i due operatori dominanti nel mercato europeo, e lo stesso impianto regolatorio del Digital Markets Act. L’obiettivo dichiarato è capire se la struttura competitiva del settore stia evolvendo verso un assetto oligopolistico capace di condizionare innovazione, prezzi e accesso ai servizi per imprese e pubbliche amministrazioni.

Ue, indagine sul cloud: il dossier Amazon–Microsoft apre un nuovo fronte sulla concorrenza digitale

La posta in gioco è alta: il cloud è ormai l’infrastruttura essenziale che regge non solo i servizi digitali tradizionali, ma anche l’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale, dalla formazione dei modelli alle applicazioni enterprise. In un contesto in cui l’Europa punta all’autonomia strategica, il rischio di dipendenza da pochi grandi player globali è diventato un tema economico e geopolitico.

Il nodo del “gatekeeping”
La Commissione vuole accertare se Aws e Azure possano assumere il ruolo di gatekeeper anche senza raggiungere formalmente le soglie fissate dal Dma. L’indagine muove da un’analisi preliminare che mostrerebbe come i due servizi, nonostante il mercato in crescita, godano di un vantaggio competitivo di scala, infrastruttura e integrazione tecnologica difficilmente colmabile dai concorrenti più piccoli. La verifica riguarda la loro capacità di imporre condizioni contrattuali rigide, pratiche di bundling tra servizi cloud e software proprietari, limiti alla portabilità dei dati e alla piena interoperabilità tra piattaforme.

Si tratta di un punto delicato anche per il tessuto produttivo italiano: molte imprese, soprattutto quelle impegnate nei progetti Pnrr, utilizzano servizi cloud per digitalizzare processi, archivi e modelli di business. Un mercato poco contendibile rischia di comprimere lo sviluppo della concorrenza e di frenare la nascita di operatori europei.

Impatti economici e possibili scenari
Se dalle indagini emergerà un riscontro positivo, Amazon e Microsoft dovranno allineare i loro servizi ai vincoli del Dma entro sei mesi. Questo potrebbe significare modifiche nelle politiche commerciali, apertura a sistemi più trasparenti di gestione dei dati, condizioni contrattuali meno stringenti e un riequilibrio dei rapporti con gli utenti business. Per le imprese europee significherebbe avere maggiore scelta e un quadro regolatorio più prevedibile.

La Commissione intende verificare anche se alcune caratteristiche strutturali del settore cloud — come le economie di scala, i costi di switching per i clienti e la forte integrazione software-infrastruttura — possano rafforzare ulteriormente la posizione dominante dei due colossi. È un aspetto che tocca direttamente la competitività del tessuto industriale, perché la possibilità di transitare facilmente tra fornitori diversi è cruciale per ridurre i costi e guidare l’adozione di nuove tecnologie.

Un test per il Digital Markets Act
La terza indagine riguarda il Dma stesso: Bruxelles vuole capire se l’attuale impianto normativo sia sufficiente a intercettare pratiche scorrette in un settore che evolve a grande velocità. Nei prossimi mesi saranno raccolte informazioni da operatori, sviluppatori e utenti commerciali per verificare se vi siano ostacoli alla concorrenza non ancora coperti dalle norme, come limitazioni nell’accesso ai dati, condizioni opache nei contratti business-to-business e restrizioni all’interoperabilità.

Questo lavoro sfocerà in una relazione entro 18 mesi e potrebbe portare ad aggiornamenti del Dma tramite atti delegati. È un passaggio cruciale per l’Europa, che punta a rafforzare il proprio ruolo regolatorio globale e a mantenere aperti i mercati digitali.

Il peso economico del cloud nella strategia europea
La competizione nel cloud non riguarda solo l’economia digitale, ma una quota crescente del Pil europeo. Le infrastrutture cloud supportano la transizione energetica, la modernizzazione della Pa, la manifattura avanzata e tutta la catena del valore dell’intelligenza artificiale. Per questo Bruxelles vede nella concorrenza piena un elemento strategico e non soltanto un principio astratto.

La crescita degli investimenti e l’ingresso di oltre 250 nuovi operatori nella classifica globale del settore confermano la centralità di questo mercato. Tuttavia, senza meccanismi che garantiscano parità di accesso, nuovi player europei rischiano di rimanere marginali.

Una decisione che peserà sull’innovazione
Le tre indagini aprono un nuovo capitolo nel confronto tra le big tech e l’Unione europea. La capacità di Amazon e Microsoft di plasmare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, stabilire standard de facto e consolidare sistemi chiusi li rende attori cruciali per la crescita economica del continente. Per questo la Commissione vuole verificare se la struttura attuale del mercato favorisca davvero innovazione diffusa o crei nuove barriere.

Il dossier cloud è destinato a diventare uno dei terreni più sensibili della politica industriale europea. I risultati attesi nei prossimi mesi non definiranno solo il futuro dei servizi digitali, ma anche la traiettoria tecnologica e competitiva dell’Unione nei prossimi anni.

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