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Ucraina, oggi riunione straordinaria dei ministri degli Esteri UE per una linea comune in vista del vertice Trump-Putin

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, oggi riunione straordinaria dei ministri degli Esteri UE per una linea comune in vista del vertice Trump-Putin

Si aprirà alle 16 di oggi la riunione straordinaria in videoconferenza dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, convocata dall’Alta rappresentante Kaja Kallas per affrontare due dossier caldissimi: la guerra in Ucraina e l’escalation in Medio Oriente. Per Bruxelles, il primo punto in agenda è la definizione di una linea politica chiara e condivisa da portare al tavolo del prossimo incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin in Alaska.

Ucraina, oggi riunione straordinaria dei ministri degli Esteri UE

Secondo fonti diplomatiche europee, l’obiettivo del meeting è “rafforzare e consolidare” la posizione comune a sostegno di Kiev, assicurandosi che il messaggio che giungerà a Washington e Mosca sia univoco. Dopo il vertice informale di sabato scorso nel Kent, i ministri intendono superare eventuali ambiguità e indicare con precisione i punti fermi dell’azione europea: rispetto dell’integrità territoriale ucraina, prosecuzione del sostegno finanziario e militare, rifiuto di ogni soluzione imposta senza il consenso diretto del governo di Kiev.

Le voci fuori dal coro
Nonostante l’aspettativa di compattezza, due Stati membri – Slovacchia e Ungheria – continuano a mantenere un approccio più prudente nei confronti della Russia. Bratislava e Budapest spingono per un’accelerazione del dialogo con Mosca e per una riduzione degli aiuti militari, posizione che crea inevitabili frizioni con il blocco dei Paesi baltici e nordici, tra i sostenitori più convinti della linea dura. La sfida di oggi sarà capire fino a che punto queste divergenze possano essere ricomposte senza dare l’impressione di un’Unione divisa.

Il significato del vertice in Alaska
Il faccia a faccia Trump-Putin è visto come un passaggio strategico non solo per i rapporti tra Washington e Mosca, ma anche per gli equilibri globali sulla guerra in Ucraina. L’UE teme che un’intesa bilaterale possa marginalizzare il ruolo di Kiev nei negoziati o introdurre compromessi sulle aree occupate, che andrebbero contro i principi finora ribaditi da Bruxelles. Per questo Kallas ha sottolineato, nelle consultazioni preliminari, che “nessun accordo sulla pace può essere deciso senza l’Ucraina al tavolo”.

Un test di coesione interna
L’incontro odierno non produrrà decisioni vincolanti, ma servirà da cartina di tornasole per la politica estera europea. In un momento in cui l’attenzione internazionale è divisa tra il fronte ucraino e la crisi in Medio Oriente, la capacità dell’Unione di restare unita su Kiev sarà un segnale importante agli alleati della NATO e alla stessa amministrazione americana. Un eventuale allineamento pieno rafforzerebbe la credibilità dell’UE anche nei negoziati multilaterali che potrebbero seguire all’incontro di Alaska.

Il doppio binario con Gaza
Parallelamente, i ministri discuteranno della situazione a Gaza, dove la spirale di violenze e il peggioramento delle condizioni umanitarie preoccupano profondamente le cancellerie europee. Per l’UE, la sfida è mantenere alta la pressione diplomatica su due fronti contemporaneamente, evitando che l’aggravarsi della crisi in Medio Oriente riduca lo spazio politico dedicato alla guerra in Ucraina.

Verso una posizione condivisa
Il risultato della riunione sarà misurato non tanto nelle dichiarazioni ufficiali, quanto nella coerenza del messaggio che verrà trasmesso all’esterno nei prossimi giorni. A Bruxelles, c’è la consapevolezza che ogni crepa nella posizione comune verrebbe amplificata dagli attori in campo. L’obiettivo, quindi, è blindare una narrativa unitaria che possa resistere anche alle pressioni diplomatiche che inevitabilmente si intensificheranno con l’avvicinarsi dell’incontro tra Trump e Putin.

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