• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Trump rompe lo stallo ucraino: vuole Putin e Zelensky al tavolo. Vertice a tre dopo Mosca

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump rompe lo stallo ucraino: vuole Putin e Zelensky al tavolo. Vertice a tre dopo Mosca
Donald Trump ha deciso di muoversi. E lo fa senza attendere l’Onu, l’Europa, o la Nato. Secondo quanto riportato dal New York Times, il presidente americano intende incontrare Vladimir Putin entro la prossima settimana, per poi organizzare subito dopo un vertice trilaterale con Volodymyr Zelensky. Nessun intermediario, nessun protocollo multilaterale. La Casa Bianca conferma solo a metà: “Il presidente è aperto a incontrare entrambe le parti”, si limita a dire un portavoce. Il silenzio operativo, in casa Trump, è parte del metodo.

Trump rompe lo stallo ucraino: vuole Putin e Zelensky al tavolo. Vertice a tre dopo Mosca

Il primo passo è già stato fatto. La scorsa settimana, il consigliere personale del presidente, Steven Witkoff, ha trascorso tre ore a Mosca con Putin. Il Cremlino definisce l’incontro “utile e costruttivo”. La stampa americana rivela che sono già in discussione ipotesi di tregua parziale e una possibile sospensione degli attacchi aerei. Un congelamento del fronte per aprire il negoziato. Nulla di ufficiale, ma le diplomazie sono in moto.

Zelensky informato. L’Europa si affianca

Dopo Mosca, Trump ha chiamato Zelensky. Alla telefonata hanno partecipato anche il segretario generale della Nato Mark Rutte e i leader di Gran Bretagna, Germania e Finlandia. Il presidente ucraino non ha ancora commentato ufficialmente, ma da Kiev filtra cautela. L’iniziativa americana viene vista con un misto di interesse e diffidenza. L’Ucraina chiede garanzie. Il timore è che Trump voglia imporre una pace “a condizioni sbilanciate”, utile solo alla sua campagna elettorale.

Lo zar valuta la tregua, ma guarda a venerdì

Secondo Bloomberg, Putin starebbe considerando l’ipotesi di una “tregua aerea” come gesto di apertura. Ma Mosca aspetta. Venerdì scade l’ultimatum sulle sanzioni secondarie. Axios scrive che gli Stati Uniti intendono procedere comunque. La macchina delle sanzioni continua a funzionare, almeno sulla carta. Il vertice, se ci sarà, dovrà fare i conti anche con questa scadenza: un nodo che intreccia diplomazia e economia.

L’India nel mirino: superdazi su petrolio russo

Nel frattempo, Trump ha deciso di colpire un altro attore del puzzle geopolitico: l’India. Il governo americano ha imposto un dazio del 50% su tutte le importazioni di greggio proveniente da Mosca. Una mossa che rompe l’equilibrio finora mantenuto con Nuova Delhi, colpevole – secondo Washington – di aggirare le sanzioni e finanziare indirettamente la guerra. Il governo indiano non commenta ufficialmente, ma fonti diplomatiche parlano di “atto ostile”.

Diplomazia parallela, elezioni alle porte

La mossa di Trump arriva in un momento decisivo per la sua amministrazione. A meno di tre mesi dalle presidenziali, il presidente vuole intestarsi il merito di una possibile svolta nel conflitto ucraino. Vuole farlo in solitaria, spiazzando l’Europa e dettando l’agenda. È la sua strategia: entrare nel cuore di un conflitto globale per trasformarlo in atto di potere personale. Se riuscisse, sarebbe un colpo politico. Se fallisse, l’isolamento americano diventerebbe evidente.

I militari osservano. La Nato prende tempo

Nel quartier generale della Nato, a Bruxelles, il messaggio è chiaro: “Monitoriamo la situazione, ma ogni decisione richiede consenso tra gli alleati.” Parole fredde. Dietro, il timore che l'iniziativa di Trump possa indebolire il fronte occidentale. I generali americani restano prudenti. Nessun commento pubblico, ma la macchina della difesa non rallenta. Gli invii di armamenti a Kiev proseguono. I convogli Nato lungo i confini est continuano a muoversi.

Una pace parziale o una pausa elettorale?

C’è chi vede nell’offensiva diplomatica un tentativo di congelare il conflitto per ragioni di consenso interno. Una tregua utile più a Trump che all’equilibrio del continente. Al momento, le ipotesi sul tavolo sono tutte parziali: stop ai bombardamenti, apertura di corridoi umanitari, ripresa dei colloqui bilaterali. Ma nessuno parla di cessate il fuoco totale. Né di ritiro delle truppe russe. La guerra, per ora, resta.

Il rischio del negoziato senza Europa

Nel vertice a tre proposto da Trump non c’è posto per l’Unione Europea. Nessun ruolo attivo, nessuna voce diretta. È un ritorno a una diplomazia bilaterale, stile guerra fredda. Le capitali europee lo sanno. E temono che il risultato finale sia un accordo fragile, firmato senza consultazione. La credibilità geopolitica dell’UE è in gioco. L’Ucraina, sempre più, rischia di essere trattata come terreno di scambio tra potenze.
Notizie dello stesso argomento
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720