Trump e Fed aiutano il dollaro che resta forte, euro e yen perdono terreno

- di: Redazione
 

Il piano di espansione fiscale annunciato da Trump in campagna elettorale (in pratica sgravi fiscali ai più abbienti finanziati da un drastico taglio della spesa pubblica affidato ad Elon Musk “mani di forbici” e alle entrate derivanti dall’aumento dei dazi) è oggettivamente inflazionistico perché aumenta la domanda già molto forte negli Usa e, attraverso i dazi che comporteranno un aumento dei prezzi dei beni importati che sarà scaricato sui consumatori, farà aumentare il costo della vita.

Trump e Fed aiutano il dollaro che resta forte, euro e yen perdono terreno

Gli investitori ciò lo sanno bene, come sanno bene che, se l’inflazione salirà, la Fed (nonostante eventuali e molto probabili pressioni del tycoon sulla Federal Reserve) dovrà rallentare la discesa dei tassi di interesse, a meno di non voler far precipitare l’America in un vortice inflazionistico pericoloso. Tassi di interesse meno in calo significano rendimenti delle obbligazioni, in primi dei titoli di Stato, che non perdono quota e quindi non c’è necessità di mettersi al riparo vendendoli e piazzarsi su obbligazioni estere più convenienti. Anzi, sono gli investimenti stranieri che comprano obbligazioni e Usa e quindi acquistano dollari.

Così il dollaro resta forte, e anzi in crescita. L’indice della valuta Usa, infatti, si è mantenuto sopra 106,5 giovedì dopo il rimbalzo nella sessione precedente, sostenuto appunto dalle aspettative che le politiche di Trump potrebbero alimentare l’inflazione, limitando potenzialmente i futuri tagli dei tassi di interesse della Federal Reserve.

Gli investitori si stanno ora concentrando sui potenziali candidati al gabinetto di Trump per valutare se la nuova amministrazione manterrà le promesse della campagna elettorale. Sul fronte della politica monetaria, sono emersi segnali contrastanti dai governatori della Fed Michelle Bowman e Lisa Cook, che hanno offerto opinioni divergenti sull’inflazione e sul potenziale per un ulteriore allentamento in dichiarazioni separate.

Guardando al futuro, gli investitori sono in attesa di dati chiave, tra cui le richieste iniziali di disoccupazione e le vendite di case esistenti, nonché ulteriori commenti dalla banca centrale. Il dollaro ha anche beneficiato della rinnovata domanda di beni rifugio, alimentata dalle crescenti tensioni tra Russia e Occidente. Di conseguenza, il dollaro si è rafforzato su tutta la linea con l’euro, il kiwi e lo yen che hanno registrato i cali più significativi.

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