Effetto Trump, volano in Europa le aziende della difesa

- di: Redazione
 

Dobbiamo pensare agli investimenti nella sicurezza europea e farlo in grande”. Così la Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock (in foto), la quale ha auspicato che l’obiettivo del 2% della spesa per la difesa sul Pil, indicato dalla Nato, venga superato andando verso livelli più ambiziosi. Non a caso, a settembre, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius aveva proposto di aumentare la spesa per la difesa a un livello compreso tra il 3% e il 3,5% del prodotto interno lordo (Pil) della Germania. Il sentimento sembra essere sostenuto dal consenso popolare, con un nuovo sondaggio dell’Istituto Koerber-Stiftung che rivela come il 73% dei tedeschi ritenga che la Germania dovrebbe aumentare la spesa per la sicurezza europea.

Effetto Trump, volano in Europa le aziende della difesa

Questo sentiment è diffuso largamente in Europa, dove e dove meno, e i segnali dicono che sta crescendo dopo l’elezione di Trump alla Casa Bianca, con un’America che sarà più isolazionista (il Congresso è ora controllato del tutti dai repubblicani, diventati feroci isolazionisti) e chiederà con maggiore decisione asi Paesi europei di provvedere molto di più alla propria difesa. Fino ad arrivare ad affermare in campagna elettorale che, se gli europei non apriranno la Borsa, gli Usa potrebbero uscire dalla Nato.

È con questo contesto che si spiega come i titoli europei del settore della difesa si stiano impennando. Gli investitori sembrano aver letto tra le righe della retorica trumpiana: maggiore condivisione degli oneri della Nato, meno aiuti militari statunitensi e un potenziale per le aziende europee della difesa di capitalizzare i bilanci di sicurezza rafforzati in Europa.

Il titolo dell’azienda italiana di difesa Leonardo SpA è balzato del 17% dopo l’elezione di Trump, mentre il produttore tedesco di armi Rheinmetall AG è salito di un impressionante 22% e Hensoldt AG, azienda tedesca specializzata in sensori per la difesa, è salita del 18%.

Per queste aziende, un potenziale aumento dei finanziamenti europei per la difesa rappresenta un’opportunità. In netto contrasto, le case automobilistiche europee hanno visto crollare i loro prezzi azionari a causa del riemergere della posizione protezionistica di Trump sul commercio, che ha fatto temere nuovi dazi.

Intanto, i dati della Nato evidenziano che nel 2023 solo nove Paesi europei - Danimarca, Ungheria, Slovacchia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Estonia, Grecia e Polonia – hanno raggiunto l'obiettivo del 2% di spesa per la difesa. Al contrario, le tre maggiori economie europee - Germania, Francia e Italia - non hanno raggiunto tale parametro, mentre gli Stati Uniti hanno destinato alla difesa il 3,2% del Pil, superati solo dalla Polonia.

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