Un gennaio nero per Tesla in Europa. Mentre il mercato delle auto elettriche segna un rimbalzo significativo, con un +53,5% di immatricolazioni in Germania, il colosso di Elon Musk crolla: -59% nel primo mercato europeo, -63% in Francia e -12% nel Regno Unito. Un tonfo che allontana sempre più l’azienda da quelle posizioni di dominio a cui ci aveva abituati negli ultimi anni.
Tesla, crollo delle vendite in Europa: il mercato cresce, Musk perde terreno
Solo in Germania, la quota di Tesla sul totale delle vendite di auto elettriche è scesa al 3,7%, ben lontana dal 10% che aveva mantenuto nel 2024. Se i numeri confermano la flessione, a preoccupare sono soprattutto le cause: un mix di mercato sfavorevole, concorrenza più agguerrita e, soprattutto, le scelte sempre più divisive del suo fondatore.
Il mercato si rialza, Tesla affonda
Il rallentamento dell’auto elettrica in Europa è un dato di fatto, ma Tesla sembra soffrirne più degli altri. La fine dei sussidi governativi in Germania, che nel 2023 avevano incentivato l’acquisto di veicoli elettrici, ha colpito tutti i produttori, ma mentre marchi come Volkswagen, BMW e Renault stanno riconquistando terreno con nuove strategie e modelli più accessibili, Tesla fatica.
Il problema non è solo il prezzo – che Musk ha abbassato più volte nel tentativo di rilanciare le vendite – ma anche la percezione del brand. I consumatori europei, un tempo affascinati dall’innovazione e dal design minimalista delle Tesla, oggi sembrano più attratti da alternative più radicate nel mercato locale, con un miglior rapporto qualità-prezzo.
A pesare è anche la crescente presenza di marchi cinesi, su tutti BYD, che sta portando in Europa veicoli elettrici a costi più competitivi e con una qualità in crescita. Se prima Tesla dominava il segmento premium, ora si trova stretta tra la concorrenza asiatica e il rilancio dei marchi europei.
Musk, un problema per Tesla?
Ma non è solo questione di mercato. Secondo molti analisti, il vero ostacolo alla crescita di Tesla potrebbe essere lo stesso Elon Musk. Sempre più coinvolto in battaglie politiche e culturali, il miliardario sudafricano rischia di trasformarsi in un deterrente per i consumatori europei, storicamente meno inclini a separare il prodotto dalla figura del suo fondatore.
Negli ultimi mesi, Musk ha sostenuto apertamente il partito di estrema destra AfD in Germania, già al centro di numerose polemiche per la sua linea anti-immigrazione e le sue posizioni radicali. Un endorsement che potrebbe aver alienato parte del pubblico tedesco, storicamente attento alle implicazioni politiche delle scelte di consumo.
Non solo. Musk ha anche criticato pesantemente il primo ministro britannico Keir Starmer, accusandolo di politiche troppo “woke” e di voler trasformare il Regno Unito in un paese “ostile al business”. Dichiarazioni che, in un contesto europeo più incline al pragmatismo che agli estremismi, potrebbero aver danneggiato l’immagine del brand.
Fine di un’era per Tesla?
Il crollo delle vendite in Europa segna l’inizio di un trend o è solo una flessione temporanea? La domanda è aperta, ma gli indizi non sono incoraggianti. Per anni, Tesla è stata sinonimo di auto elettrica, con una leadership tecnologica indiscussa. Ora, la concorrenza si è fatta più agguerrita, i governi stanno ridisegnando le loro politiche di incentivi e la figura di Musk appare sempre più ingombrante.
Tesla resta un brand iconico, ma il rischio di una lenta erosione del suo dominio è reale. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se l’azienda riuscirà a invertire la rotta o se il calo delle vendite in Europa segnerà l’inizio di una nuova fase, in cui il mercato dell’elettrico sarà sempre meno legato al marchio di Elon Musk.