Spendere 24 milioni per acquistare un teatro? Sì, se sei la Regione Lazio

- di: Redazione
 
Può una Regione, che combatte quotidianamente con tanti problemi, a cominciare da quelli che affliggono, sfregiandola, la Sanità, pensare di spendere una vagonata di soldi pubblici per acquisire non un ospedale o anche solo un poliambulatorio da mettere al servizio della comunità, ma un teatro, sapendo che la sua gestione graverà sulle casse dell'ente per una cifra esorbitante oggi e forse anche domani?
Sì, può succedere, o, ad essere corretti nell'informazione, può accadere nella Regione Lazio dove, secondo quanto riferisce La Repubblica, nelle pieghe della legge di bilancio dell'ente, ha trovato spazio e dignità, creando qualche sorpresa, un emendamento che stanzia 24 milioni di euro.

Spendere 24 milioni per acquistare un teatro? Sì, se sei la Regione Lazio

Al curioso e al pignolo la domanda dovrebbe scattare in automatico: con quale finalità è stata reperita la considerevole somma? I più ottimisti potrebbero rispondere che con 24 milioni si possono fare interventi nella Sanità, magari per evitare o allontanare lo spettro della chiusura di qualche importante presidio territoriale, di quelli che si raggiungono facilmente da un paesino, piuttosto che sfidando la roulette russa della strade consolari.
Certo, si potrebbe fare anche questo, ma, dal momento che sono stati trovati, i 24 milioni di euro potrebbero essere impegnati nell'edilizia scolastica, dove le carenze sono state e ripetutamente denunciate.
E invece è un ''no'' su tutta la linea perché nella legge di bilancio della Regione Lazio ha fatto la sua comparsa un emendamento che stanzia appunto 24 milioni di euro per acquistare, nel 2025, il teatro Eliseo, oggi di proprietà dell'attore, regista e produttore Luca Barbareschi, cui comunque va dato il merito di avere cercato, con tutte le sue forze, di ridare vita ad una struttura culturale che ha fatto la storia della Capitale.

Le perplessità non sono quindi sulla finalità di questo emendamento, quanto esclusivamente sulla scala delle priorità di una Giunta regionale che forse è un po' troppo distante dalla gente per capirne le esigenze morali e le necessità pratiche.
Cioè, ce lo chiediamo con la totale comprensione dell'importanza della cultura nella nostra società, era questo il momento storico migliore per mettere in bilancio ventiquattro milioni per rilevare un teatro (e quindi, in futuro, provvedere alle sue spese, a cominciare dalla nomina di un sovrintendente, merce certo non rara, ma sicuramente costosa), mentre sono ben altre le istanze che vengono dal popolo amministrato?

Lungi da noi, come pure qualcuno comincia a fare, sottolineare la contiguità politica di Barbareschi - nel 2008 fu eletto alla Camera con il Popolo della Libertà - con il centrodestra al governo alla Regione (un artista può avere le sue idee e non indossare una casacca politica), ma bisogna chiedersi quali siano stati i percorsi elaborativi che hanno indotto alla redazione dell'emendamento e al trovargli posto nella legge di bilancio.
Perché, crediamo, ci saranno pure altre istituzioni culturali in difficoltà, ma che vengono aiutate, non certo rilevate con un esborso di denaro pubblico di questa entità. Che appare in qualche modo giustificato, tra prezzo di acquisto (7 milioni), costi del restauro (altri 7) e perdite (quasi tre), queste ultime responsabili della situazione finanziaria delicata di oggi. Ma i numeri restano tali, anche a distanza di anni, se si cerca di valutarne la congruità.

Ma tornando al quesito di base, vale la pena, oggi e forse anche domani, spendere questi soldi, in una situazione generale che certo non è ideale?
Per quello che vale il nostro giudizio, diciamo, sommessamente come nostro costume, un piccolo, ma gridato ''NO!!!''
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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