Superbonus, Unimpresa: "Col blocco dei crediti fiscali, allarme liquidità per migliaia di aziende"

- di: Barbara Bizzarri
 
Unimpresa lancia l’allarme per migliaia di aziende che, a causa del nuovo blocco al sistema del Superbonus, rischiano una pericolosa mancanza di liquidità con tutti i rischi che ne derivano, primo fra tutti ricorrere all’usura per avere accesso agli approvvigionamenti di denaro. Secondo l’analisi di Unimpresa, sono 307.191 gli interventi avviati con il meccanismo del superbonus 110% per un valore di 51 miliardi di euro e, di questi, 38 miliardi riguardano lavori già realizzati e cantieri chiusi. Il meccanismo della cessione dei crediti introdotto con il superbonus edilizio ha avuto un impatto rilevante nella crescita del prodotto interno lordo del nostro Paese: negli ultimi due anni, circa il 30% della crescita del Pil è stato ottenuto proprio dal comparto delle costruzioni.

Superbonus, Unimpresa: "Col blocco dei crediti fiscali, allarme liquidità per migliaia di aziende"

Sul totale delle opere in questione, il 58% si riferisce a immobili unifamiliari, il 29,5% a unità immobiliari indipendenti, il 12,3% a edifici condominiali. Per quanto concerne gli interventi volti alla riqualificazione energetica, il 50% è al Nord, il 30% al centro e il 20% nel Sud e nelle Isole: nel dettaglio su base regionale, 47.288 interventi sono in Lombardia (8,6 miliardi), 37.675 in Veneto (5,1 miliardi), 26.938 nel Lazio (4,7 miliardi), 24.439 in Emilia-Romagna (4,2 miliardi), 23.957 in Toscana (3,1 miliardi), 21.995 in Piemonte (3,6 miliardi), 21.272 in Sicilia (3,5 miliardi), 19.744 in Puglia (3,1 miliardi), 18.306 in Campania (3,8 miliardi), 11.440 in Sardegna (1,7 miliardi), 11.013 in Calabria (1,8 miliardi), 8.690 in Abruzzo (1,7 miliardi), 7.543 in Friuli-Venezia Giulia (1 miliardo), 7.007 nelle Marche (1,2 miliardi), 5.144 in Umbria (896 milioni), 4.724 in Trentino-Alto Adige (972 milioni), 3.930 in Liguria (682 milioni), 3.405 in Basilicata (741 milioni), 2.022 in Molise (348 milioni), e infine 659 in Valle d’Aosta (143 milioni).

Numeri importanti, che rendono più drammatica la situazione in divenire:
il rischio di ricorrere a organizzazioni criminali è concreto e piuttosto accentuato nelle regioni più piccole, quelle del Sud e nei territori economicamente più deboli. Come evidenziato dall’analisi del Centro Studi di Unimpresa, il problema ruota attorno alla capienza fiscale delle banche e di Poste Italiane, i principali soggetti coinvolti nella macchina del superbonus per la cessione dei crediti che lo Stato ha reso possibili per favorire la ripresa del settore edilizio e delle costruzioni.

“Per evitare che si fermi un pezzo importante della nostra economia, con conseguenze devastanti per le prospettive di crescita del Pil, il governo deve necessariamente, e in tempi rapidi, allargare la capienza fiscale delle banche, così da rimettere immediatamente in moto la macchina evitando lo stop dei cantieri e il rischio usura
- osserva il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi - Condivido, pertanto, l’appello lanciato dall’Abi e dall’Ance: la norma sul superbonus è stata concepita male, ha generato problemi e i continui, contorti interventi correttivi hanno peggiorato la situazione. Oggi ci troviamo con un meccanismo farraginoso, ma non possiamo né tornare indietro né interromperlo bruscamente, perché le conseguenze, per il tessuto economico del Paese, sarebbero senza dubbio peggiori”.
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