Lo Stato incassa da MPS e Poste: dividendi per 2,8 miliardi di euro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Le partecipate dello Stato tornano a distribuire ricche cedole e il governo fa cassa. Nel 2025, grazie ai dividendi di Banca Monte dei Paschi di Siena e Poste Italiane, il Tesoro incasserà circa 2,8 miliardi di euro, una somma che rappresenta una boccata d’ossigeno per le finanze pubbliche, alle prese con la necessità di ridurre il debito e sostenere le politiche economiche in un contesto internazionale ancora incerto.
Il ritorno alla distribuzione degli utili da parte di MPS, che torna a pagare dividendi dopo tredici anni di stop, e la solida performance di Poste Italiane, che continua a garantire ritorni importanti agli azionisti, confermano come le grandi partecipazioni statali possano ancora giocare un ruolo strategico nel sostenere le entrate pubbliche.

Lo Stato incassa da MPS e Poste: dividendi per 2,8 miliardi di euro

Dopo oltre un decennio di crisi, salvataggi pubblici e profonde ristrutturazioni, Monte dei Paschi di Siena si riaffaccia sul mercato con una distribuzione di utili che segna un ritorno alla normalità. Il consiglio di amministrazione della banca ha deliberato una cedola di 0,25 euro per azione, che si traduce in un totale di 315 milioni di euro, destinati agli azionisti, con lo Stato – azionista di maggioranza – pronto a incassarne una quota significativa.

Il 2024 si è rivelato un anno cruciale per l’istituto senese, che ha registrato un utile netto di oltre 2 miliardi di euro, un risultato superiore alle aspettative del mercato. Dietro questa performance c’è la ristrutturazione avviata negli ultimi anni, ma soprattutto il vantaggio fiscale derivante dalla trasformazione delle Deferred Tax Assets (DTA) in crediti fiscali, una mossa che ha rafforzato sensibilmente la posizione patrimoniale della banca.

Un’altra notizia positiva arriva da Francoforte: la Banca Centrale Europea ha rimosso l’obbligo di ottenere un’autorizzazione preventiva per la distribuzione dei dividendi, segno tangibile della fiducia ritrovata. Con un Cet1 ratio del 18,4%, MPS è oggi ben al di sopra dei requisiti richiesti, una condizione impensabile fino a pochi anni fa, quando la banca rischiava il fallimento.

Poste Italiane, un pilastro solido per lo Stato

Se il ritorno di MPS ai dividendi è una novità, Poste Italiane si conferma invece un punto di riferimento stabile per le finanze pubbliche. I numeri parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2024, il gruppo ha registrato ricavi per 9,2 miliardi di euro, in crescita del 9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora più significativo l’utile netto, che ha raggiunto 1,6 miliardi di euro, con un incremento del 19,5% su base annua.

Risultati che si riflettono direttamente sulla generosità delle cedole: il consiglio di amministrazione ha deliberato un acconto di 0,33 euro per azione, pari a 427 milioni di euro, con un incremento del 39% rispetto all’anno scorso. Un segnale forte di continuità, che conferma la capacità di Poste di generare valore per gli azionisti e di essere un pilastro per le casse pubbliche.

L’azienda guidata ha consolidato la sua strategia di crescita basata su servizi finanziari e logistici, facendo leva sulla rete capillare di uffici postali e sulla digitalizzazione. Un modello che continua a funzionare e a garantire dividendi generosi allo Stato, che attraverso il Ministero dell’Economia detiene una quota del 29,3%.

I dividendi, una risorsa preziosa per il Tesoro

L’incasso di 2,8 miliardi di euro dai dividendi delle partecipate rappresenta una voce importante nelle casse dello Stato, soprattutto in un momento in cui il governo è alla ricerca di risorse per finanziare misure economiche e sociali, contenere il debito pubblico e rispettare i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles.

La strategia del Tesoro è chiara: valorizzare il patrimonio pubblico, garantendo allo stesso tempo la crescita e la competitività delle aziende controllate. Tuttavia, la sfida è quella di conciliare la necessità di incassare dividendi con la capacità di investire in innovazione e sviluppo per mantenere la competitività nel lungo periodo.

Se da un lato Poste Italiane continua a dimostrare solidità e crescita costante, MPS rimane ancora sotto osservazione: il mercato vuole capire se il ritorno al dividendo sia il segnale di un’effettiva ripresa strutturale o solo il risultato di operazioni straordinarie.

Lo Stato azionista: opportunità e rischi


Le partecipazioni statali sono una leva fondamentale per le finanze pubbliche, ma rappresentano anche una sfida di governance. Il ruolo dello Stato deve rimanere quello di azionista attento, capace di garantire una gestione efficace e trasparente senza interferire nella governance operativa.

In prospettiva, il Tesoro potrebbe valutare ulteriori operazioni di dismissione o riduzione della quota in MPS, dopo la cessione del 25% effettuata nel 2023. Tuttavia, con una banca finalmente tornata in utile e con dividendi in crescita, vendere potrebbe significare perdere un'importante fonte di entrate future.

Un punto di svolta per le partecipate statali, con MPS che torna a premiare gli azionisti e Poste Italiane che continua la sua traiettoria di crescita. Per lo Stato, i dividendi rappresentano una risorsa preziosa, ma è fondamentale non perdere di vista l’obiettivo di lungo periodo: aziende sane, competitive e capaci di contribuire alla crescita del Paese.
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