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Sangalli (Confcommercio): "Dal nuovo decreto, sostegni insufficienti alle imprese"

- di: Daniele Minuti
 
Sangalli (Confcommercio): 'Dal nuovo decreto, sostegni insufficienti alle imprese'
Il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha pubblicato un editoriale sull'edizione odierna del Secolo XIX in cui ha analizzato la situazione relativa ai sostegni destinati alle imprese dal nuovo decreto.

Sangalli (Presidente di Confcommercio): "Alle imprese sostegni insufficienti"

Le parole di Sangalli partono dall'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio che ha mostrato come a dicembre siano peggiorate le condizioni di fondo (causa inflazione, pandemia e caro energia) alimentando così l'incertezza per consumi e famiglie in vista del 2022.

"Nel confronto con il 2019" - spiega Sangalli - "la domanda è ancora inferiore del 7,7%. Per la filiera del turismo e del tempo libero, il deficit rispetto al 2019 è allarmante e resta superiore alle due cifre. Di conseguenza i tempi di recupero dei livelli pre-pandemici si allungano e per molte imprese si aggrava il rischio chiusura. Restano in grande difficoltà - per fare solo qualche altro esempio - anche il settore dell'abbigliamento e quello dell'automotive. Ancora secondo le nostre stime, a gennaio, poi, il Pil approfondisce la tendenza al rallentamento già emersa a dicembre. Nel confronto su base annua, la crescita si dovrebbe attestare al 4,4%: un dato in forte calo rispetto ai mesi precedenti. Sempre a gennaio, si impenna, invece, l'inflazione: dell'1,5% su base mensile e del 4, 7% su base annua".

Il Presidente di Confcommercio definisce quindi "parziali e insufficienti" le risposte provenienti dal nuovo decreto relative alle imprese, in quanto gli interventi per i settori più colpiti ammontano a un miliardo di euro, cifra che non basta per contrastare l'impatto negativo della pandemia e delle limitazioni (turismo, commercio al dettaglio, cultura e trasporto).

Stesso discorso per moratorie fiscali e creditizie, mentre parere positivo su estensione di credito d'importa a valere sulle rimanenze finali di magazzino al settore del commercio moda: ("una misura da noi fortemente richiesta e finalmente varata").

Viene ritenuto un errore il mancato accoglimento dell'apertura di un nuovo ciclo per la "cassa Covid" mentre a chiudere l'intervento è una riflessione sul meccanismo oneroso del Fondo di integrazione salariale, scattato per alcuni settore del terziario (seppur scontato del contributo del finanziamento in caso di utilizzo): "Una ragione in più per chiedere al ministro Franco ed al ministro Orlando l'urgente prosecuzione del confronto sulla sostenibilità contributiva da parte delle imprese del terziario di mercato della riforma degli ammortizzatori sociali disposta con l'ultima legge di bilancio. Anche sul versante del contrasto del "caro-energia", si registra una risposta davvero parziale. Certo, si procede alla riduzione degli oneri di sistema, per il primo trimestre 2022, in favore delle Pmi. Ma resta confermata la necessità di un piano d'azione strutturale. Un piano comprensivo, tra l'altro, della riforma dell'impianto della bolletta elettrica, delle scelte per la riduzione della dipendenza dalle forniture estere e delle misure per compensare gli impatti negativi dell'aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera del trasporto e della logistica. Un piano, ancora e soprattutto, che tenga saldamente insieme la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale. È il realismo che occorre: in Europa ed in Italia. Anche in materia di agevolazioni per le accise sui prodotti energetici: ridurle o eliminarle significherebbe, in comparti dei trasporti particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, mettere a repentaglio la competitività di asset strategici per il Paese".
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