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Mosca insulta l’UE per l’asse con Kiev: “Nazisti imbecilli”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mosca insulta l’UE per l’asse con Kiev: “Nazisti imbecilli”

La tensione diplomatica tra Russia e Unione Europea si è infiammata dopo che i leader europei, inclusa la premier italiana Giorgia Meloni, hanno firmato una dichiarazione in cui si afferma che “il percorso verso la pace non può essere deciso senza l’Ucraina”. Il riferimento è al prossimo summit Trump-Putin in Alaska, evento che potrebbe segnare una svolta nei negoziati, ma che secondo Bruxelles deve rispettare il diritto di Kiev a partecipare a ogni discussione sul futuro dei propri territori.

Mosca insulta l’UE per l’asse con Kiev: “Nazisti imbecilli”

Il ministero degli Esteri russo ha definito la dichiarazione “un volantino nazista”, accusando i governi europei di schierarsi apertamente con Kiev in modo ideologico e provocatorio. L’ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev, è andato oltre, usando toni pesantissimi: “Imbecilli”, ha detto riferendosi ai leader dell’UE. Le parole hanno suscitato reazioni indignate nelle capitali europee, mentre il Cremlino ha difeso la posizione, parlando di “dichiarazioni franche in risposta a ipocrisie occidentali”.

L’UE compatta ma preoccupata
Oggi è prevista una riunione urgente dei ministri degli Esteri dell’Unione per valutare la situazione e ribadire la posizione comune. La presidente estone Kaja Kallas, tra i più fermi sostenitori dell’Ucraina, ha chiarito che “i territori temporaneamente occupati sono e resteranno di Kiev”, chiudendo la porta a qualsiasi concessione territoriale come base di un accordo. Alcuni diplomatici temono che il linguaggio duro da entrambe le parti renda più difficile la costruzione di un canale negoziale.

La posizione degli Stati Uniti
Il vicepresidente americano J.D. Vance ha espresso scetticismo sulla riuscita dell’eventuale intesa. “Alla fine non renderà felice né Mosca né Kiev”, ha detto, indicando che l’amministrazione Trump punta prima di tutto a organizzare l’incontro bilaterale tra il presidente statunitense e Vladimir Putin, rinviando a un secondo momento l’eventuale vertice a tre con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Pressioni per il tavolo negoziale

Nonostante i toni accesi, prosegue il pressing internazionale per spingere Zelensky a sedersi al tavolo delle trattative. Fonti diplomatiche statunitensi sostengono che l’obiettivo di Trump sia ottenere un cessate il fuoco temporaneo come base per colloqui più ampi, ma l’assenza di fiducia reciproca tra Mosca e Kiev rende il compito estremamente complesso. Nel frattempo, le operazioni militari sul fronte orientale e meridionale dell’Ucraina non conoscono pause, con bombardamenti e contrattacchi quotidiani.

Scenari incerti
Il rischio, secondo diversi analisti, è che il vertice in Alaska si trasformi in un momento di propaganda più che in un passo concreto verso la pace. Mentre Mosca cerca di usare il dialogo diretto con Washington per isolare Kiev, l’UE si muove per evitare di essere tagliata fuori dalle trattative, anche a costo di inasprire i rapporti con il Cremlino. Sul terreno, il prezzo del conflitto continua a essere pagato soprattutto dalla popolazione civile, tra infrastrutture distrutte e vite spezzate.

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