Il politicamente corretto è oramai diventato intolleranza

- di: Redazione
 
Forse è arrivato il momento di fermarsi in questa corsa, dissennata perché non ha regole se non quelle decise sul momento, magari sull'onda di un episodio, al politicamente corretto nell'arte.
Dando per scontato che ci sono limiti che non possono essere travalicati - come i preconcetti legati alla razza o alla religione -, di volta in volta ne vengono creati altri che vanno a colpire autori che sono deceduti da tempo, con una revisione post mortem che è, questo ce lo si conceda, una mancanza di rispetto per il loro pensiero e il modo in cui avevano deciso di esprimerlo. Tanto varrebbe mandare al rogo i loro libri, piuttosto che sottoporli ad una dinamica che appare punitiva. L'ultimo caso - ma, statene certi, ne seguiranno sicuramente degli altri - riguarda Roald Dahl, scrittore britannico, famosissimo soprattutto nel mondo anglosassone per la sua produzione di libri per i bambini, alcuni dei quali hanno avuto eco anche nel cinema.

Il politicamente corretto è oramai diventato intolleranza

Ora, per lui che è morto nel 1990, all'età di 74 anni, la casa editrice che ne pubblica la produzione ha deciso di ''depurare'' i testi da riferimenti che, riguardando caratteristiche fisiche dei personaggi, sono ritenute un'offesa per chi lui definiva ''grasso'' o ''piccolo'' o ''nano'', chi ai suoi occhi era tale. Un'opera di riscrittura che, semmai, abbia una motivazione nella mutata sensibilità verso persone che hanno determinate caratteristiche fisiche, di certo non rispetta il pensiero di chi ha fatto ricorso a quelle parole per definire un personaggio.

Ora, una considerazione viene da questa vicenda. Una considerazione che è anche una domanda: dovendo rispettare l'arte (di uno scrittore, di un pittore, di uno scultore, persino di un musicista), modificare anche solo una parola non ne stravolge il pensiero? Oppure, se vogliamo porre la questione sotto un altro punto di vista, quelle parole cambiate mantengono inalterata la struttura narrativa voluto da Dahl?
Se una persona grassa viene definita appunto ''grassa'' lo è per scelta dello scrittore e quindi si deve porre il problema se, intervenendo dopo che lui è morto e non può partecipare al processo decisionale sul testo, si rispetta il suo lascito artistico. Certo, nel caso specifico, si ha l'impressione che Dahl ''paghi'' anche le sue posizioni anti-semite di cui gli eredi ebbero a scusarsi, quasi che fosse una loro colpa se il loro congiunto aveva delle idee che andavano contro il pensiero comune, la storia, la ragionevolezza. Ma questo è, e bisogna fare i conti con una crociata iconoclasta di cui, a lungo andare, potrebbero fare le spese tutti quelli che, nell'ottica di oggi, non sono rispettosi del politicamente corretto. L'elenco di chi potrebbe restare vittima della scure del revisionismo postumo rischia di essere lunghissimo. A cominciare da Sandro Botticelli o Luca Signorelli per avere ritratto il martirio di san Sebastiano che, oggi, non all'epoca, viene visto da qualcuno come la raffigurazione delle problematiche gay.

Tutto, a questo punto, può essere visto e interpretato a seconda della morale corrente e non è detto che quel che oggi è emendabile lo resti in futuro. Qualcuno ricorda Daniele da Volterra? Era un pittore abbastanza quotato e contemporaneo di Michelangelo e che è passato alla storia non per i suoi dipinti, ma perché, seguendo le indicazioni delle correnti più retrive della Chiesa, intervenne - aggiungendovi a colpi di pennello vestiti o lavorando addirittura di scalpello - sulle nudità che apparivano nel Giudizio universale di Buonarroti. Un'opera che, nella Roma dell'epoca, ben più salace dell'attuale, gli valse, a imperitura memoria, l'appellativo di ''Braghettone''.

A guardare bene quel che accade - e che va in parallelo con la riscrittura della memoria storica, come sta accadendo negli Stati Uniti per generali e statisti della Confederazione e nel Regno Unito per gli schiavisti - si potrebbe dire che si va verso un periodo di intolleranza che colpisce chi non a pensa come la maggioranza. E questo è il primo gradino verso la dittatura del pensiero.
Di questo passo Biancaneve avrà come compagni di viaggio non i sette nani, ma sette persone affette da microsomia, e il principe che bacia la Bella Addormentata deve stare attento perché il suo gesto, essendo la principessa dormiente e quindi non sensiente, potrebbe essere qualificato come abuso sessuale. E, tanto per buttarla sul ridere, Bibendum, l'omino della Michelin, dovrebbe essere sottoposto ad una dura cura dimagrante perché le sue fattezze potrebbero suonare come dileggio per i ''grassi'' (possiamo ancora usare questa definizione?).
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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