Quirinale: tanti candidati, qualcuno più degli altri
- di: Diego Minuti
La corsa al Quirinale è ormai alla stretta finale, perché i partiti ''importanti'' pare abbiano compreso che ogni giorno che trascorre, senza che il presidente venga eletto, allarga la distanza con il Paese, che non capisce affatto tempi e liturgie della politica politicante. Con il passare delle ore, i petali della margherita diminuiscono o aumentano, a seconda del vento che soffia e che magari solo per un istante gonfia le vele di una candidatura rispetto alla altre.
Quirinale: tanti candidati, qualcuno più degli altri
Quindi resta da capire, scartato ovviamente il ''e poi non rimase nessuno'' (cfr ''Dieci piccoli indiani'' di Agatha Christie), chi possa essere l'highlander (''alla fine ne resterà solo uno'') della situazione.
Lo stallo di oggi potrebbe essere l'ultimo passaggio prima che il mago di turno riesca a fare accettare da tutti il coniglio che tirerà fuori del suo cilindro. Ormai la compagine dei ''papabili'' sembra essere, grosso modo, definita, anche se qualche nome appare in posizione migliore.
Come quello di Sabino Cassese che, per il profilo che si porta dietro, sembrerebbe non avere rivali se si guarda agli altri candidati, con la sola eccezione di Sergio Mattarella, il cui nome ha continuato a raccogliere voti - per quello che valgono - nelle tornate sino ad oggi susseguitesi alla Camera.
Cassese è un cattedratico, è stato giudice della Consulta, è ascoltato costituzionalista e, cosa che non guasta, interviene spesso, su temi altissimi, dalle pagine dei più importanti quotidiani nazionali dai quali è sempre tenuto in altissima considerazione. Un'altra delle carte che la sua candidatura potrebbe giocare è che mai è stato accostato ad una forza politica, anche se qualche partito si è appropriato di contenuti che Cassese ha trasfuso nei suoi articoli (come quelli dei forti dubbi sulle proroghe dello stato di emergenza).
C'è però un aspetto anagrafico - ha compiuto 86 anni in ottobre - da considerare, ma che non potrebbe essere ritenuto ostativo (se è vero che al Quirinale ci ha anche pensato Berlusconi, appena un po' più giovane). Sabino Cassese sarebbe quindi il profilo perfetto per traghettare il Paese attraverso le procelle delle varie crisi, avendo dalla sua, in considerazione del suo passato, un'autorevolezza che tutti gli riconoscono. Di lui è anche noto l'impegno sociale, soprattutto per la formazione di una classe dirigente che sia all'altezza delle aspettative.
Un altro profilo che sta prendendo quota è quello di Elisabetta Belloni che, in caso di elezione, collezionerebbe diversi e significativi record: la prima donna presidente; la prima diplomatica di carriera al Colle; il primo capo dei servizi segreti nostrani (la Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) a finire al Quirinale.
Ma non solo questo, perché Elisabetta Belloni ha scalato i vertici del Ministero degli Esteri, di cui è stata segretario generale, passando dalla responsabilità dell'Unità di crisi della Farnesina, con molte emergenze brillantemente risolte. Nessun contatto evidente con la tanto vituperata politica, anche se, da diplomatico di alto grado ed enormi responsabilità, qualche contatto con il tuo ministro lo devi avere. Ma Elisabetta Belloni, a detta di tutti, è donna di grandi capacità, determinata e infaticabile.
Poi, in ''nomination'' resta Pierferdinando Casini, il cui nome, da decenni, torna a sentirsi quando c'è da eleggere qualcuno. Politico da sempre, a lui viene riconosciuta una caratteristica che, nella vita, può fare la fortuna: non essere sostenuto convintamente da nessuno, ma non essere apertamente osteggiato da alcuno.
Casini, ex democristiano, uomo di centro, ma eletto nel Pd, potrebbe raccogliere ampio consenso per il fatto di essere rimasto da sempre in perfetto equilibrio tra gli schieramenti, riuscendo a non sbagliare una mossa. Che ci tenga a salire al Colle per restarci lo dimostra la pubblicazione, su un social, di una fotografia che, ragazzino, lo mostra dare prova della sua già evidente arte oratoria. Un colpo ad effetto che però ha confermato che per Casini la vita è solo politica e nient'altro.
E poi ci sono due player che più diversi non potrebbero essere per il modo con cui si rapportano al Quirinale. Il primo, Sergio Mattarella, perché ha già cominciato a fare gli scatoloni e il trasloco nella sua nuova casa romana; il secondo, Mario Draghi, che vorrebbe - eccome! - succedere a Mattarella, ma ha una immagine che si sta dimostrando troppo ingombrante, sia che resti dove è oggi, sia che emigri al Colle.
Una situazione che è mutata nel volgere delle ultime settimane perché Draghi, che del politico non ha furbizia e malizia, è stato impallinato per avere fatto capire che andare al Quirinale non gli sarebbe certo spiaciuto. Apriti cielo: contro di lui hanno sparato a palle incatenate i giornali del centrodestra (impegnati a difendere le ambizioni di Silvio Berlusconi) e uno, di altro schieramento, che in ogni suo gesto vede il Male, asservimento ai ''grandi poteri'' e a circoli internazionali di succhiasangue della finanza.
Quindi, parlando degli atout dei candidati si potrebbe dire che:
Cassese ha prestigio personale e un grande passato da usare al servizio della Costituzione
Belloni ha un curriculum impeccabile e conclamate capacità operative
Casini, anche se dovesse cadere in acqua, ne uscirebbe con i vestiti asciutti, cosa che servirebbe tanto al Paese
Mattarella sarebbe un ''usato sicuro'', sempre che si riuscisse a convincerlo a riportare gli scatoloni al Quirinale
Draghi è bravo, ma forse troppo.