Dopo una telefonata durata oltre due ore e mezza, Donald Trump e Vladimir Putin hanno gettato le basi per una possibile soluzione al conflitto in Ucraina. Poi hanno ragionato su un nuovo ordine mondiale, creando un clima da Yalta 1945.
(Foto: Trump e Putin nel loro incontro del 2019)
I due leader hanno concordato una roadmap verso una “pace durevole”, che prevede una tregua di 30 giorni sui raid alle infrastrutture energetiche e l’avvio di negoziati tecnici per un cessate il fuoco nel Mar Nero. La notizia, confermata dalla Casa Bianca e dal Cremlino, segna una svolta storica nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia, dopo anni di tensioni culminate con l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.
Una tregua condizionata e le richieste di Mosca
La tregua, però, non è incondizionata. Mosca ha posto condizioni che potrebbero rivelarsi difficili da accettare per Kiev. Secondo il Cremlino, il cessate il fuoco richiede “un controllo efficace lungo l’intera linea di contatto”, oltre allo stop alla mobilitazione forzata e al riarmo delle forze ucraine. “La parte russa ha delineato una serie di punti essenziali per garantire la stabilità”, ha dichiarato un portavoce del Cremlino. Tra questi, anche la fine dell’assistenza militare straniera a Kiev, un punto che rischia di isolare ulteriormente l’Ucraina.
Putin ha inoltre annunciato uno scambio di 175 prigionieri con l’Ucraina, previsto per domani 19 marzo, definendolo “un passo verso la riduzione delle sofferenze umane”. Tuttavia, nessuna concessione è stata menzionata riguardo ai territori occupati o all’adesione dell’Ucraina alla NATO, temi che rimangono irrisolti.
Gli altri temi sul tavolo: Medio Oriente, armi strategiche e Iran
La telefonata tra Trump e Putin non si è limitata alla questione ucraina. I due leader hanno discusso di cooperazione in Medio Oriente, con l’obiettivo di prevenire futuri conflitti nella regione. “Abbiamo parlato ampiamente del Medio Oriente come area di potenziale collaborazione”, ha dichiarato Trump su Truth, il suo social network preferito. Un riferimento che arriva in un momento delicato, con la tregua a Gaza già collassata e tensioni crescenti tra Israele e Iran.
Sul tema delle armi strategiche, Trump e Putin hanno concordato sulla necessità di fermare la proliferazione nucleare, impegnandosi a lavorare con altri Paesi, inclusa la Cina, per ridurre gli arsenali. “Condividiamo l’opinione che l’Iran non debba mai essere in grado di distruggere Israele”, ha aggiunto Trump, sottolineando la volontà di spingere Teheran verso un nuovo accordo sul nucleare.
Un nuovo ordine mondiale?
La telefonata ha rievocato, secondo alcuni analisti, gli accordi di Yalta del 1945, quando le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale divisero il mondo in aree di influenza. “Questa conversazione potrebbe segnare l’inizio di un nuovo ordine geopolitico”, ha commentato un esperto di relazioni internazionali del New York Times.
Putin, in particolare, sembra uscire rafforzato dal confronto. Dopo anni di isolamento occidentale, il leader russo è stato trattato da pari a pari da Washington, riaffermando il ruolo della Russia come superpotenza globale. D’altra parte, Trump ha ribadito l’importanza di migliorare le relazioni bilaterali, sottolineando i potenziali “enormi accordi economici” tra i due Paesi.
Le reazioni internazionali
La notizia della tregua ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre alcuni leader europei hanno espresso cauto ottimismo, altri hanno sottolineato i rischi di un accordo che potrebbe lasciare l’Ucraina in una posizione di debolezza. “La pace non può essere raggiunta a spese della sovranità di un Paese”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un comunicato.
Intanto, il mondo del business statunitense sembra già prepararsi a un ritorno in Russia, con diverse aziende che stanno valutando opportunità di investimento nel Paese.
La roadmap è solo l’inizio
La roadmap verso la pace è solo all’inizio, e molti dettagli rimangono da definire. I negoziati tecnici inizieranno immediatamente in Medio Oriente, probabilmente in Arabia Saudita, ma il percorso sarà lungo e complesso. Resta da vedere se le condizioni poste da Mosca saranno accettabili per Kiev e i suoi alleati, e se questa tregua potrà davvero portare a una “pace durevole” o sarà solo una pausa temporanea in un conflitto che continua a dividere il mondo.