Presenze turistiche, Confartigianato: record nel 2023 con +8,3%

- di: Barbara Leone
 
Il 2023 è stato l’anno di record per le presenze turistiche in Italia totali e di turisti stranieri dall’inizio delle rilevazioni nel 1990: secondo la rilevazione dell’Istat del movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, le presenze totali sono state 446 milioni, di cui 232 milioni degli stranieri (52,0%) e 214 milioni di italiani (48,0%), che hanno però toccato il picco nel 2019. Nel 2023 le presenze crescono dell’8,3% su base annua, grazie al traino del +15,4% degli stranieri mentre gli italiani si fermano sul +1,5%. Recuperati i livelli del 2019 pre pandemia rispetto ai quali si osserva un aumento del 2,2%, interamente dovuto al +5,1% degli stranieri, mentre ristagnano (-0,9%) le presenze dei turisti italiani.

Presenze turistiche, Confartigianato: record nel 2023 con +8,3%

È quanto evidenzia Confartigianato, nel sottolineare che i flussi turistici estivi seguiranno un trend di moderata crescita di inizio 2024, sostenuta dai turisti stranieri: nei primi quattro mesi dell’anno le presenze segnano una crescita pari all’1,3% sostenuta interamente dal +5,4% dei turisti stranieri mentre, anche in questo caso, quelli italiani sono in calo e precisamente del 2,9%. Per quanto riguarda le presenze a livello regionale, le anticipazioni di Istat e Ministero del turismo mostrano nel 2023 un aumento in tutti i territori rispetto al 2022: spicca il +13,5% del Centro e, in particolare, tra le principali regioni con almeno 10 milioni di presenze nel 2023 si registrano crescite in doppia cifra per il Lazio con il 25,3%, la Lombardia con il 16,8%, la Sicilia con il 13,9% e la Campania con il 13,3% a cui si aggiunge il +11,0% della Valle d’Aosta. Rispetto al 2019 la crescita più marcata è il +7,4% del Nord-Ovest e solo il Sud è in ritardo (-4,1%) e recuperano 14 territori su 21. Tra i principali territori si osservano crescite a doppia cifra per il Lazio con il 15,4%, la Lombardia con il 12,4% e la Sicilia con l’11,4%. La performance del Sud è appesantita in particolare dal -8,7% della Campania (prima regione della ripartizione con il 37,2% delle presenze) e dal -18,3% della Calabria, che mostra il ritardo più pesante tra le regioni.

Sul versante dell’offerta, alla fine del primo trimestre 2024 le imprese artigiane operanti in settori di attività interessati dalla domanda turistica sono 209.956, pari al 16,7% dell’artigianato totale, e danno lavoro a 577.615 addetti. In chiave settoriale il comparto principale è l’Agroalimentare che conta 45.456 imprese (21,7% delle imprese artigiane del settore) e produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari e di bevande alcoliche a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Seguono le 43.597 imprese delle Altre attività manifatturiere e dei servizi (20,8%) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, la lavorazione artistica di marmo, ferro, rame e altri metalli, la fotografia, i servizi alle persone come ad esempio centri benessere e palestre ed anche i servizi per animali domestici. Sono 41.902 le imprese di Abbigliamento e calzature (20,0%) che contribuiscono al nostro successo nel mondo della moda che è tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano. A seguire 33.911 imprese del Trasporto persone (16,2%) integrano l’offerta dello spostamento dei turisti mentre 29.733 Ristoranti e pizzerie (14,2%) e 13.828 Bar, caffè e pasticcerie (6,6%) – insieme si tratta di 43.561 imprese e del 20,7% del settore – mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità prodotti dal comparto Agroalimentare contribuendo all’ospitalità.

L’analisi territoriale evidenzia che a livello regionale il peso dell’artigianato nei settori a vocazione turistica rappresenta oltre un quinto delle imprese artigiane della regione in Sicilia con il 22,2%, in Toscana con il 21,6% e in Campania con il 20,1%. A seguire, con valori superiori alla media nazionale del 16,7%, si posizionano Marche e Calabria (entrambe con il 19,3%), Sardegna (19,2%), Lazio (18,2%), Provincia Autonoma di Bolzano (17,1%) e Umbria (16,9%). A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica mostra a Prato l’incidenza più alta, pari al 39,2%, quota 2,3 volte la media nazionale; seguono, con quota superiore ad un quinto, Fermo (30,9%), Palermo (24,6%), Firenze (24,3%), Agrigento (23,9%), Arezzo (23,6%), Reggio Calabria (22,6%), Catania (22,2%), Messina (22,1%), Siracusa (21,8%), Napoli (21,7%), Caltanissetta (21,6%), Trapani (21,0%), Venezia (20,8%), Enna (20,7%) e Roma, Nuoro (nei confini diversi da quelli attuali) e Crotone (tutte con il 20,2%).

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