Tra preghiere e misure d'emergenza, la siccità continua a flagellare l'Italia

- di: Redazione
 
È una piaga che percorre l'Italia da nord a sud, senza che se ne veda, ad oggi, una via d'uscita. La siccità prolungata sta mettendo in ginocchio l'Italia, soprattutto il comparto agricolo che non vede una via d'uscita ad un fenomeno che raramente si era registrato con tale intensità in questo periodo dell'anno.
Nella speranza di piogge che, purtroppo, non arrivano il Po si trova in una condizione di secca che non aveva precedenti da decenni. In alcuni punti, come Ponte della Becca, nel pavese, il livello del fiume è a un punto basso come solo un volta negli ultimi settanta anni. Ma il grande fiume è solo un comprimario nel grande dramma che sta vivendo il Paese e per il quale il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, non vede al momento che una soluzione, per lui “inevitabile”: dichiarare lo stato di crisi, grazie al quale attivare delle provvidenze per gli operatori agricoli.

Prosegue l'emergenza siccità in Italia

L'acqua manca ovunque, come testimonia la drammaticità delle percentuali di riempimento dei grandi bacini, con il lago Maggiore che è addirittura al 22 per cento della sua tradizionale capienza. E nel quadro generale, determinato dalla mancanza d'acqua, si innesta l'assenza di precipitazioni che, in alcune zone del Paese, non si registrano ormai da tre lunghissimi mesi. Una crisi che l'anomala ondata di grande caldo di questi giorni è destinata a fare aumentare.
Una situazione che viene affrontata con i mezzi tradizionali, come le autobotti che portano ristoro ai campi assetati. Ma l'acqua è già razionata, quindi non in grado di sopperire alla mancanza di piogge. Intanto è partita la conta dei danni in agricoltura, già oltre i due miliardi di euro e con prospettive molto cupe.

Le grida di allarme giungono da molte Regioni, alcune delle quali hanno fatto partire il countdown rispetto al termine ultimo per salvare la stagione dei raccolti.
Tra autobotti che fanno la spola tra i bacini ancora in grado di fornire acqua e i campi secchi, si lanciano progetti e proposte. Ma c'è anche chi spera nel buon Dio, come le preghiere, personali o collettive, che si intonano nella speranza che dal cielo scenda una buona dose di pioggia.

Ma c'è anche chi, pur di aiutare l'agricoltura in ginocchio, si appresa a prendere decisioni coraggiose, ma che forse gli alieneranno qualche consenso. Come quella che si sta preparando a prende l'Amministrazione comunale di Milano, pronta a ridurre il livello dell'acqua del Naviglio nella Darsena, per 'stornarla' verso i campi. 
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