In un risultato che segna un’inversione di tendenza nella politica dell’isola di Cipro, domenica 19 ottobre 2025 il candidato del centrosinistra e dichiaratamente europeista Tufan Erhürman ha conquistato la presidenza della Repubblica Turca di Cipro del Nord (RTCN) con circa il 62,8% dei voti, superando nettamente l’attuale inquilino del potere, Ersin Tatar, che si è fermato attorno al 35,8%.
Profilo del vincitore e svolta politica
Erhürman, 55 anni, avvocato di formazione, ed esponente del partito Republican Turkish Party (CTP), ha condotto una campagna incentrata sulla ripresa dei negoziati di riunificazione con la parte greco-cipriota e sulla creazione di un modello federale per l’isola.
Al contrario, Tatar aveva sostenuto fin dall’inizio una soluzione di fatto a due Stati, in stretta alleanza con la vicina Turchia e col sostegno esplicito della sua leadership politica, un orientamento che non ha però saputo raccogliere il consenso necessario.
Contesto politico e significati della vittoria
La divisione dell’isola di Cipro risale al 1974, quando la Turchia intervenne militarmente in risposta a un colpo di stato greco-cipriota: da allora l’isola è spaccata in due enti distinti, il sud greco-cipriota riconosciuto internazionalmente e il nord turco-cipriota riconosciuto solo da Ankara.
Negli ultimi anni i negoziati per una soluzione federale erano fermi dal 2017, complice il rifiuto turco-cipriota e turco del ritiro delle truppe turche dal nord dell’isola e della garanzia turca nel modello di risoluzione. Emergeva così un isolamento economico e politico della RTCN, sempre più legata alla Turchia, con conseguente malcontento tra la popolazione locale.
La vittoria di Erhürman rappresenta dunque una possibile «svolta»: egli ha annunciato che intende avviare «una nuova era» di dialogo con la parte greco-cipriota, pur sottolineando che ogni passo sarà «in coordinamento con la Turchia». A un comizio ha dichiarato: “Questo è un trionfo per tutti i turco-ciprioti, qualunque sia la loro appartenenza politica”.
Reazioni da Ankara e nuovi freni sul cammino
La reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan è stata formale ma misurata: ha fatto le congratulazioni a Erhürman, parlando di «diritti e interessi» dei turco-ciprioti da tutelare.
Tuttavia, da dentro l’alleanza di governo turca è emersa una voce decisamente più radicale: Devlet Bahçeli, leader del partito nazionalista MHP e alleato di Erdogan, ha invitato il parlamento della RTCN a votare per l’annessione alla Turchia e a negare la validità di qualunque progetto federale, definendo “non valida” la proposta di riunificazione.
Questo significa che, nonostante la vittoria di Erhürman apra scenari nuovi, il cammino verso la riunificazione resta irto di ostacoli: la Turchia mantiene una forte influenza sul nord dell’isola e gruppi nazionalisti interni spingono per una linea opposta a quella del nuovo presidente turco-cipriota.
Implicazioni per l’Unione europea e la geopolitica mediterranea
La parte sud dell’isola, la Repubblica di Cipro, fa parte dell’Unione Europea dal 2004, mentre la parte nord resta esclusa dai benefici europei. L’orientamento federale sostenuto da Erhürman implicherebbe potenzialmente una maggiore integrazione europea per la comunità turco-cipriota.
Inoltre, l’isola occupa un ruolo strategico nel Mediterraneo orientale, in un contesto dove risorse energetiche, cooperazione Nato e contrapposizioni regionali – Grecia, Turchia, Israele – sono altamente interconnesse. Un rilancio del dialogo su Cipro potrebbe influenzare scenari più ampi nella regione.
Inizio di una nuova fase o parentesi passeggera?
La schiacciante vittoria di Erhürman mostra che la società turco-cipriota ha votato per cambiare direzione: più autonomia, meno isolamento, più dialogo rispetto al modello di deriva separatista in tandem con Ankara. Ma il risultato non garantisce da solo che la riunificazione dell’isola sia dietro l’angolo. La presenza militare turca, le divisioni interne e la resistenza turca (o greco-cipriota) a compromessi restano fattori centrali.
Se Erhürman riuscirà a tradurre il mandato elettorale in una negoziazione reale, potremo definire questa tornata elettorale come l’inizio di una svolta. In caso contrario, potrebbe rimanere una buona intenzione che non produce risultati tangibili. Di certo, però, il mondo guarda con attenzione a Cipro nord: un’isola divisa da decenni ora potrebbe – finalmente – vedere un nuovo capitolo.