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Sarkozy entra a La Santé: sfida, libri e un appello all’orizzonte

- di: Bruno Coletta
 
Sarkozy entra a La Santé: sfida, libri e un appello all’orizzonte
Il primo ex presidente francese a varcare il carcere in epoca recente inizia una pena di cinque anni per il dossier Libia. Isolamento per ragioni di sicurezza, diritti ridotti ma non azzerati. E già si muove la richiesta di liberazione in attesa dell’appello.

(Foto: Sarkozy quando era presidente della Repubblica francese).

Nicolas Sarkozy varca oggi i cancelli di La Santé, nel cuore di Parigi, inaugurando un capitolo senza precedenti della Quinta Repubblica: un ex capo dello Stato in cella mentre pende l’appello contro la condanna per associazione per delinquere legata ai presunti fondi libici nella campagna del 2007. Il responso d’appello è lontano, marzo 2026 l’orizzonte indicato, ma la giustizia francese impone l’esecuzione immediata della pena, ritenendo il caso di “eccezionale gravità”.

Un ingresso che fa storia

Il penitenziario, ristrutturato negli ultimi anni, dispone di sezioni per detenuti vulnerabili e di celle singole di dimensioni contenute. Per l’ex presidente, gli scenari praticabili sono due: reparto protetto per figure a rischio o isolamento, soluzione più probabile dato il profilo del detenuto e la presenza di coimputati nella stessa struttura. In ogni caso, l’equipaggiamento resta essenziale: un piccolo televisore, telefono fisso secondo regolamento interno, doccia in alcune sezioni, e dotazioni minime per la vita quotidiana. Un’ora d’aria al giorno è il diritto irrinunciabile.

“La mia vita è un romanzo”

Sarkozy affronta l’impatto con la prigione con postura combattiva. Ha scelto tre libri, tra cui “Il conte di Montecristo”, come talismano letterario per una reclusione che promette di diventare anche materia narrativa. Intende scrivere lui stesso un volume su questa esperienza. Nessun telefono cellulare, controlli filtrati, visite due volte a settimana per i familiari: il perimetro è stretto, ma non annulla la sfera affettiva e difensiva.

Politica e simboli

La cattura dell’attenzione pubblica è totale. Emmanuel Macron lo ha ricevuto all’Eliseo alla vigilia dell’ingresso in cella: gesto definito “umano” dal presidente in carica, ma anche segnale di continuità istituzionale oltre le fratture giudiziarie. Nella destra, tra fedeltà e imbarazzo, prevale la linea del garantismo militante: Sarkozy resta un riferimento per la riorganizzazione del campo conservatore, e non è escluso che la sua voce – mediata dagli avvocati – continui a pesare sulle scelte prossime.

La cornice giudiziaria

La condanna a cinque anni poggia sull’impianto accusatorio relativo alla ricerca di finanziamenti libici per la campagna del 2007. L’ex presidente nega ogni addebito e ha già presentato appello, sostenendo l’assenza di prove dirette e un’eccessiva esposizione politica del procedimento. Sullo sfondo, Bygmalion e il dossier intercettazioni compongono un mosaico giudiziario che ha segnato la sua parabola post-Eliseo.

I margini di libertà

La difesa ha attivato l’istanza di liberazione in attesa dell’appello: la corte competente dovrà decidere entro due mesi. La prassi dice che la risposta può arrivare prima, ma non esiste automatismo. Pesano natura dei reati, clima dell’opinione pubblica e atteggiamento processuale dell’imputato. Fino ad allora, l’isolamento resta l’assetto più plausibile per motivi di sicurezza.

La macchina carceraria

La Santé è un simbolo della giustizia penale francese. Ristrutturazioni e protocolli hanno migliorato igiene e privacy, ma la realtà resta dura: spazi ridotti, comunicazioni limitate, regole sull’isolamento pensate per la sicurezza, non per il comfort. La vulnerabilità non equivale a privilegio: è protezione, non eccezione.

L’onda d’urto

I sondaggi indicano sostegno diffuso all’incarcerazione immediata. Per molti è la conferma che la legge tocca tutti; per altri, il segno di una giustizia che oltrepassa la prudenza. Carla Bruni rinnova pubblicamente il sostegno al marito, trasformando le sue apparizioni in icone di resilienza. La narrazione alterna pathos e cronaca: il primo ex presidente “dietro le sbarre” in epoca recente ridisegna confini e linguaggi.

La frase-manifesto

Nel day one, il registro è chiaro: sfida, autobiografia, resilienza. Sarkozy spiritualizza la situazione con una linea destinata a circolare: “Hanno provato a cancellarmi, e questo mi rimette in cammino”. Coperta psicologica o programma politico? Lo diranno i prossimi atti. Per ora, una certezza: la prigione non spegne la voce, la modula.

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