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Bbc pronta allo scontro con Trump: “Se vi piegate, avete chiuso”

- di: Vittorio Massi
 
Bbc pronta allo scontro con Trump: “Se vi piegate, avete chiuso”
Bbc pronta allo scontro con Trump: “Se vi piegate, avete chiuso”
Londra tra diritto, diplomazia e fiducia del pubblico: ultimatum da un miliardo, vertici in uscita e una platea che chiede trasparenza e fermezza.

(Foto: la sede della BBC).

Il conto alla rovescia è iniziato. Donald Trump ha intimato alla Bbc di ritirare e rettificare un contenuto legato a un suo intervento del 2021, chiedendo scuse pubbliche e risarcimenti “non inferiori a 1 miliardo di dollari”. Al centro del caso, l’accusa di un montaggio di due passaggi separati che avrebbe alterato il senso complessivo del discorso. La diffida, con scadenza entro venerdì, mette pressione sull’emittente e agita Westminster.

Ascoltatori sul piede di guerra

La reazione del pubblico è rovente. Messaggi e commenti si moltiplicano: “Se vi piegate, con noi avete chiuso”, scrive un ascoltatore, mentre altri incalzano sulla necessità di difendere l’autonomia editoriale. La Bbc deve ora bilanciare integrità giornalistica e sensibilità diplomatica, senza incrinare il patto di fiducia con chi la segue ogni giorno.

Scossone ai vertici

La tempesta ha già prodotto scosse al vertice: Tim Davie, direttore generale dimissionario, ha salutato la redazione con un appello: “Continuate a difendere il nostro giornalismo”. Un commiato che riconosce errori e richiama a standard più severi, alla vigilia del rinnovo della Royal Charter, il patto che definisce missione e governance del servizio pubblico.

Le carte di Londra

Il governo guidato da Keir Starmer procede su una linea sottile. Da un lato invita a rimediare con trasparenza agli eventuali errori; dall’altro difende la Bbc come istituzione nazionale e riferimento globale. L’obiettivo è chiaro: raffreddare i toni con Washington senza dare l’idea di una capitolazione politica o culturale.

I nodi legali

Dietro l’ultimatum si apre un terreno giuridico complesso. Un’azione per diffamazione negli Stati Uniti impone di provare dolo, danno e giurisdizione; inoltre pesano i termini di prescrizione e la disponibilità effettiva del contenuto nel mercato Usa. Non poche analisi ritengono l’ipotesi della causa da un miliardo più strumentale che sostanziale: una leva per ottenere rettifiche o accordi, più che una sentenza.

Montaggio, potere e responsabilità

Il caso riaccende il dibattito su come i montaggi influenzino la percezione pubblica. Per l’emittente, il passaggio obbligato è una trasparenza radicale: ricostruire la sequenza integrale, spiegare che cosa è stato tagliato e perché, fissare protocolli chiari per il materiale sensibile e pubblicare log di editing verificabili.

Diplomazia dell’ora X

Sullo sfondo, i dossier sicurezza, tecnologia e commercio tra Regno Unito e Stati Uniti. Un contenzioso plateale rischierebbe di incartare i canali operativi. Per questo i messaggi politici prediligono toni misurati e il rinvio alle sedi competenti, lasciando alla Bbc la scelta del perimetro d’azione.

Il frame conteso

La contro-narrazione trumpiana richiama anche il passaggio in cui l’allora presidente invitava a una marcia “pacifica e patriottica”. È il cuore dello scontro: pochi secondi contro un discorso intero, in un’epoca in cui il montaggio è potere e ogni frame può diventare battaglia politica.

Le opzioni sul tavolo

Rettifica con scuse articolate e spiegazioni tecniche; resistenza legale fino in fondo; oppure una soluzione negoziata che salvi reputazione e indipendenza. Ogni strada avrà effetti su fiducia del pubblico, rapporti con il governo e architettura della nuova Charter.

La posta in gioco

L’audience è spaccata. C’è chi rifiuta l’idea di piegarsi a un ultimatum straniero e chi chiede ammissioni nette e standard più rigidi. Nel servizio pubblico la fiducia si guadagna goccia a goccia e si perde a litri. Se la Bbc trasformerà la crisi in manuale di buona pratica, potrà uscirne più credibile; altrimenti, sarà la storia a presentare il conto.

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