C’era una volta Irene Pivetti, presidente della Camera, volto severo, voce ferma, l’aria di chi ti bacchetta anche se stai solo respirando troppo rumorosamente. Poi, come in una puntata alternativa di “Beautiful”, l’onorevole ha deciso di cambiare scenario, guardaroba e forse pure sceneggiatore: dalla politica al latex, passando per “Belve”. E davanti a Francesca Fagnani, la conduttrice più spietata dopo l’esame orale di diritto amministrativo, la tensione è salita come la zip di un costume di scena.
Pivetti, Cat Woman della Democrazia
“Ma davvero si è fatta vedere in tv vestita da Cat Woman dopo essere stata presidente della Camera?”, ha domandato Fagnani con quella calma da gattina che sta per tirare fuori gli artigli. E Pivetti, che ormai conosce il mestiere del colpo di teatro, ha reagito come solo una veterana della politica trasformata in showgirl sa fare: con un misto di sdegno, ironia e un pizzico di “ma che te frega”.
Il pubblico, nel frattempo, oscillava tra il ricordo delle sedute parlamentari e la visione di latex nero e frustino immaginario. C’è chi ha sentito un cortocircuito democratico e chi, più semplicemente, ha pensato: “Beh, almeno una politica che cambia look, non partito.”
La Fagnani, da parte sua, non ha mollato l’osso (o il microfono). “Non le sembra una caduta di stile?”, ha incalzato. E lì Pivetti ha dato il meglio: “Il corpo è mio, la carriera pure.” Una risposta che, a seconda di come la leggi, è o un manifesto femminista o una dichiarazione da calendario 2025.
In fondo, tutta questa storia dice più sulla televisione che sulla Pivetti. Un tempo bastava un dibattito politico per finire in prima serata, oggi serve il latex e una buona dose di autoironia. La differenza tra una mozione di sfiducia e una tutina di pelle? Nessuna, in entrambi i casi serve una certa elasticità.
Pivetti, da parte sua, esce da “Belve” come sempre: un po’ ferita, un po’ trionfante, completamente convinta di essere nel giusto. E forse lo è: perché se la politica italiana è diventata da tempo uno show, tanto vale presentarsi già in costume.
Dopotutto, tra gatti, belve e onorevoli, la vera domanda resta una sola: chi è che, oggi, non sta recitando una parte?