Pentagono, l’inchiesta su Hegseth si allarga: piani di guerra alla moglie su Signal. Intanto lui promuove la consorte consulente informale
- di: Jole Rosati

Dopo la chat con i collaboratori, spunta un secondo gruppo con parenti e avvocati: il segretario alla Difesa tratta i raid in Yemen come gossip di famiglia.
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Un segretario alla Difesa con il gusto della messinscena
Pete Hegseth (foto), il segretario alla Difesa voluto da Trump per “rimettere gli stivali al centro della strategia”, sta trasformando il Dipartimento in un tragicomico reality. Non contento di aver già infranto ogni regola di sicurezza condividendo su Signal dettagli di operazioni militari in Yemen con una dozzina di collaboratori, ora l’inchiesta del Pentagono si allarga: secondo il Wall Street Journal, l’ispettore generale Robert Stebbins ha scoperto l’esistenza di una seconda chat privata, in cui Hegseth avrebbe inoltrato gli stessi piani militari non solo al fratello, ma anche alla moglie.
Un comportamento che farebbe arrossire anche il più disinvolto dei dilettanti, figuriamoci un segretario con accesso ai segreti più delicati della difesa statunitense.
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I piani d’attacco? Li mando a casa
L’idea di Hegseth di gestire le operazioni militari come un thread WhatsApp del pranzo di Natale ha ormai superato ogni soglia di allarme. La chat originaria, battezzata “Houthi PC Small Group”, era già un’anomalia palese: ospitava figure governative e giornalisti (per errore), tra cui il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg, incluso per sbaglio dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Una leggerezza costata cara: il contenuto delle conversazioni è finito sulla stampa e ora su tutti i tavoli di intelligence del mondo.
Ma l’inchiesta ha scavato più a fondo. Secondo fonti interne, Hegseth avrebbe continuato a condividere documenti top secret anche in una seconda conversazione su Signal. Qui però non si parlava con capi di Stato Maggiore o analisti del Pentagono, bensì con la moglie, il fratello e persino il suo legale personale. Una gestione “familiare” delle operazioni belliche che l’ispettore Stebbins, a quanto riferito, starebbe trattando come un potenziale caso di violazione della sicurezza nazionale.
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“Inadeguato, imprudente, pericoloso”
Le reazioni a Washington sono feroci. Il senatore Jack Reed, presidente della Commissione Forze Armate, ha parlato di “uno dei più gravi esempi di negligenza nella storia recente della Difesa”. Secondo Reed, “l’idea che un segretario alla Difesa discuta di attacchi armati con la moglie su un’app di messaggistica è da licenziamento immediato”.
Anche figure dell’area repubblicana, pur caute nei toni, hanno iniziato a prendere le distanze. Il senatore Josh Hawley ha definito “preoccupanti” le modalità con cui vengono gestite le informazioni sensibili e ha chiesto una “revisione completa delle policy di comunicazione interna”.
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Il bunker della famiglia Hegseth
Ma Pete Hegseth non sembra intenzionato a dimettersi. Anzi, ha rafforzato il suo cerchio magico: dopo le dimissioni del capo di gabinetto Joe Kasper, ha promosso la moglie Jennifer a consulente informale, pur non avendo alcuna carica ufficiale. E proprio lei, secondo The Verge, avrebbe partecipato “attivamente” ai dibattiti strategici interni, con note vocali e commenti “fuori dai protocolli”.
Siamo di fronte a un segretario che ha trasformato il Pentagono in una reunion familiare, dove le armi si discutono tra una colazione e l’altra, e le guerre diventano oggetto di chat criptate ma non meno incoscienti.
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Una figura tragicamente comica
La parabola di Hegseth, già conduttore su Fox News e veterano d’Afghanistan, sembrava inizialmente quella del falco che avrebbe riportato rigore e disciplina nel Dipartimento della Difesa. Ma oggi appare chiaro che abbiamo a che fare con una figura più incline alla spettacolarizzazione che alla riservatezza, più portato a fare breccia negli studi televisivi che nei dossier classificati.
E mentre le chat si moltiplicano, i rischi aumentano. La comunità dell’intelligence è in allerta, e gli alleati iniziano a chiedersi se Washington sia ancora un partner affidabile. Del resto, se basta una notifica su Signal per far trapelare un’operazione in Medio Oriente, allora forse la sicurezza americana è già stata bucata — non dai nemici, ma da dentro.